Decine di cartelli con sù scritto “svendesi” hanno fatto la loro comparsa nei pressi dei principali monumenti cittadini pubblicizzandone la messa all’asta. L’azione polemica, firmata CasaPound, prende di mira il sindaco Zedda per aver dato il via libera all’asta di 18 immobili di proprietà comunale, dei quali 10 considerati di interesse culturale, compreso il prestigioso Palazzo Accardo in Largo Carlo Felice.

 

“Dopo le centinaia di firme raccolte in una sola settimana per fermare l’asta degli immobili pubblici” – dichiara CasaPound in una nota – “abbiamo voluto rincarare la dose per sensibilizzare sull’argomento tutti i cittadini che hanno a cuore il patrimonio artistico e immobiliare di Cagliari”.

“Patrimonio che non può essere venduto né svenduto dall’agenzia immobiliare creata da Zedda in Comune, perché nessun cittadino ne ha firmato il mandato” – prosegue CPI – “soprattutto alle cifre ridicole indicate nei vari bandi: 2 milioni e 700 mila per Palazzo Accardo e poco più di 1milione e 350mila per i restanti 17 immobili, le cui quadrature sommate superano i 1100 mq”.

“Questi immobili appartengono alla città ed ai suoi cittadini” – conclude CasaPound – “devono essere utilizzati per fini artistici, sociali, culturali, commerciali di cui possano beneficiare i cagliaritani. Al sindaco offriamo una consulenza gratuita sulla reale valorizzazione di tali immobili, intanto qualche idea: convertire il centralissimo Palazzo Accardo in un museo che accolga i vari reperti archeologici e le opere artistiche che affollano i magazzini bui delle Università e dei vari centri di scavo della Sardegna; affittare a prezzi calmierati i locali commerciali di proprietà comunale ai negozianti sardi che hanno dovuto abbassare la saracinesca del proprio esercizio schiacciati dalla concorrenza importata dalla globalizzazione, elaborando un apposito bando che ne determini la graduatoria. Nel frattempo proseguiamo la raccolta firme per ribadire che Cagliari non è in svendita”.