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“La via ferrata del Cabirol e gli itinerari di arrampicata sportiva vicino alla Grotta delle brocche rotte sono abusivi”. Lo denuncia Nicola Pech di Mountain Wilderness, secondo cui “proliferano le vie ferrate costruite abusivamente in aree protette”. Pech spiega che “lo scorso anno Mountain Wilderness e Gruppo di Intervento giuridico hanno chiesto informazioni su quegli impianti, nel territorio di Alghero, all’interno dell’Area marina protetta e del Parco naturale regionale di Porto Conte, una delle aree più protette della Sardegna. Le risposte hanno evidenziato che gli interventi sono completamente abusivi”.

“La via ferrata, percorso alpinistico di un chilometro, concluso nel 2010 senza un progetto e senza autorizzazioni, nel tempo è stato incrementato e modificato impunemente – è l’accusa degli ambientalisti – si entra in un’area protetta con funi metalliche e trapano e si cementano gradini e ancoraggi, senza preoccuparsi di rischi di frane o di nidificazioni di specie protette”.

“Possibile che non chieda l’autorizzazione e si imponga un’opera senza che le istituzioni reagiscano? – incalza l’ecologista -. Le recenti rotture di ancoraggi fanno pensare a mancata progettazione e inadeguata scelta di materiali e posa”. “La situazione è più generalizzata – ha precisato Pech – per esempio la via ferrata di Giorrè, impianto sportivo alpinistico di Cargeghe, finanziato da fondi pubblici, non è autorizzato ed è in un’area a elevato rischio di frane, crolli e ribaltamenti, nonché sede di nidificazioni di fauna selvatica”.

Stando alla denuncia, “la ferrata è stata costruita senza perizie e nullaosta degli enti, cioè senza sicurezza per l’ambiente e i frequentatori”. Secondo Mountain Wilderness “questo nuovo hobby all’aperto rischia di trasformare alcuni degli ambienti più belli dell’isola con installazioni fisse, poco sicure e deturpanti – sottolinea Pech – non facciamo finta di niente e non permettiamo che la Sardegna diventi terra di nessuno”.