Lila Cagliari interviene pubblicamente in riferimento agli articoli apparsi sui due quotidiani sardi di oggi, sulla sentenza del Tribunale di Tempio che ha visto condannare a otto anni di reclusione un 36enne ritenuto colpevole del reato di lesioni personali nei confronti del proprio compagno in quanto, almeno secondo quanto riportato negli articoli in base agli atti processuali.

“La nostra associazione non ha elementi per contestare le decisioni della magistratura e non intende certamente farlo, ma – scrive la Lila – vuole fermamente contestare l’ennesimo utilizzo scorretto, da parte degli organi di stampa, di vicende riguardanti Hiv e Aids, il loro sfruttamento con l’uso di errata terminologia e con toni scandalistici”.

“Il comportamento dell’accusato, ove realmente intenzionale, consapevole e accertato, è stato certamente inammissibile. Questo non toglie che anche il suo compagno, ritenuto vittima in quanto totalmente inconsapevole, essendo adulto e maggiorenne – sottolinea la Lila – avrebbe dovuto comunque essere conscio del rischio durante i rapporti sessuali e adottare le necessarie precauzioni. In un rapporto sessuale la responsabilità è di entrambi i soggetti coinvolti.

Il virus dell’Hiv e la sindrome da Aids non sono la stessa cosa e non sono sinonimi. Le evidenze scientifiche, che la maggioranza dell’opinione pubblica e molti media continuano ad ignorare, confermano infatti che una persona con Hiv che si trovi in regime di terapia antiretrovirale non svilupperà mai una condizione definibile come sindrome da Aids, a patto che la stessa terapia venga correttamente rispettata e mantenuta nel tempo.

Le stesse evidenze scientifiche e decine di studi recenti, confermati in ambito Unaids/Oms affermano anche che una persona con Hiv, in piena aderenza terapeutica e con carica virale pari a zero, non sia più in grado di trasmettere l’Hiv al proprio partner, durante un rapporto sessuale non protetto.

Per la Lila un altro concetto scorretto è indurre a pensare gli altri che l’Hiv ‘rovini’ la vita o sia anticamera di morte. Certamente l’Hiv è un virus che cambia la vita della persona, ma fortunatamente non la ‘rovina’. Lila si batte da sempre anche per ribadire con forza queste informazioni corrette: “Oggi una persona con Hiv, sotto terapia, ha una normale aspettativa di vita. Può svolgere qualsiasi lavoro, avere una famiglia, anche avere dei figli sani”.

Queste informazioni andrebbero diffuse con ogni mezzo perché sono importanti rispetto alla disinformazione che provoca stigma sociale nei confronti delle persone con Hiv e all’ inutile allarmismo offerto da notizie scandalistiche che appaiono sui media, come nei richiami in prima pagina diffusi oggi.

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