L’inasprimento dello scontro tra il governo di Madrid ed il Governo della Catalogna, all’indomani della vittoria del referendum con cui due milioni di catalani si sono espressi a favore dell’indipendenza, richiama l’attenzione della Regione Autonoma della Sardegna, che già si è espressa favorevolmente con un pronunciamento del Consiglio a favore del diritto dei catalani all’indipendenza.

L’indisponibilità del governo di Madrid a mediare i conflitti con il governo della Catalogna non depone per una risoluzione pacifica.
Di fronte al diniego di Rajoy alla richiesta di dialogo e alla sua determinazione nell’applicare, pare in data 26 ottobre, le misure previste dall’Art 155 della costituzione spagnola, che prevede il commissariamento della Comunità autonoma catalana, che passerà sotto il totale controllo di Madrid, Puigdemont dichiarerà l’indipendenza della Catalogna.

Madrid non esclude l’uso della forza militare.

A poco sono serviti gli appelli della Catalogna all’UE. Oggi in Europa, come negli anni 20, soffiano venti pericolosi di destra e xenofobi. Le sue politiche economiche e sociali generano disoccupazione, discriminazione e razzismo, con il dominio incontrastato dei poteri finanziari che condizionano gli stessi governi dei paesi membri.

Di fronte all’aggravarsi degli eventi e al rischio di una svolta violenta e antidemocratica, alle forze identitarie sarde spetta il compito di manifestare, di informare e di fare un pressing sulle nostre istituzioni a partire dalla Regione Autonoma affinché il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio, i 58 consiglieri su 60 che hanno votato a favore dell’istanza catalana, sui sardi presenti nel parlamento italiano e sui tre europarlamentari, affinché promuovano a tutti i livelli istituzionali processi di pace, di rispetto della libertà e delle scelte democratiche fatte dal popolo catalano per la propria indipendenza.

Movimento Sardigna Libera