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Oggi in Consiglio Regionale si è consumato il grande misfatto in materia sanitaria. Con il voto il Piano di riordino della rete ospedaliera sarda istituzionalizza di fatto i pesanti tagli da tempo in corso in tutti gli ospedali della Sardegna.

Con quest’atto la maggioranza di centro sinistra, con il sostegno dei sovranisti del PdS che hanno barattato il voto apertamente e senza scrupoli, a favore della riforma sanitaria con la futura Agenzia sarda delle Entrate, firma una triste pagina della storia della nostra Autonomia. L’Agenzia sarda delle Entrate, una rivendicazione giusta che sosteniamo e che tarda a concretizzarsi ma che tuttavia non poteva essere oggetto di scambio con il SI unanime del gruppo del PdS alla riforma del savoiardo Moirano che condanna numerose collettività sarde ad impoverire e perdere i propri ospedali.

La riforma contempla grandi decurtazioni di servizi indispensabili nei territori disagiati, la perdita di posti letto nelle strutture pubbliche e l’incremento in quelle private, le modifiche di destinazione d’uso di immobili di pregio da sanitari ad extra-sanitari, da destinare al mercato immobiliare ed il riconoscimento di presidi di eccellenza al Brotzu di Cagliari, al Santissima Annunziata di Sassari e al san Francesco di Nuoro.

Mentre grandi ospedali di Cagliari crollano, l’Ospedale Brotzu, divenuto un contenitore irrazionale di servizi provenienti da altri ospedali, tra cui il Binaghi, il Microcitemico, l’Oncologico e non solo, con il personale sanitario sempre più carente è ormai all’asfissia e impossibilitato a dare risposte sanitarie eque ai cittadini.

La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, ben sapeva che il voto in Aula del Piano del Riordino della rete ospedaliera non avrebbe di certo posto fine alla mobilitazione nei territori per difendere il diritto dei sardi ad un’assistenza sanitaria equa e gratuita, annuncia la prosecuzione delle lotte.

Claudia Zuncheddu – portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica