This deep image from NASA's Chandra X-ray Observatory shows the Vela pulsar, a neutron star that was formed when a massive star collapsed. In the upper right is a fast moving jet of particles produced by the pulsar. The pulsar is about 1,000 light years from Earth, and makes over 11 complete rotations every second. As the pulsar spins, it spews out a jet of charged particles that race out along the pulsar's rotation axis at about 70% of the speed of light. A movie shows dramatic changes in the jet, suggesting that the pulsar may be slowly wobbling, or precessing, as it spins. If this evidence is confirmed, it would be the first time that a neutron star has been found to be precessing. In this image the jet's shape is blurred because images at different times have been added together.

Una pulsar al millisecondo. Cioè una stella di neutroni in rapidissima rotazione, che emette impulsi periodici, come un potentissimo faro cosmico, non solo nella banda dei raggi X ma anche nella luce visibile.

È stata osservata per la prima volta anche grazie al supporto degli astrofisici dell’Università di Cagliari. Mai prima d’ora era stato registrato un simile comportamento in un oggetto celeste di questa categoria: Psr J1023+0038, questo il nome della pulsar, emette 590 impulsi di luce visibile ogni secondo.

La scoperta è stata effettuata grazie alle osservazioni condotte al Telescopio Nazionale Galileo dell’Inaf alle Isole Canarie, equipaggiato per l’occasione con lo strumento Sifap, un fotometro ottico ad altissima risoluzione sviluppato presso il Dipartimento di fisica della Sapienza di Roma. Le radio pulsar sono stelle di neutroni che si comportano come veri e propri fari cosmici. Quando la stella ruota abbastanza velocemente, i suoi intensissimi campi magnetici riescono ad accelerare particelle ad energie ben superiori a quelle raggiungibili dal Large Hadron Collider del Cern di Ginevra, il più potente acceleratore di particelle mai costruito dall’uomo.

La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Astronomy”. La firma sull’importante novità è di un gruppo di ricercatori in cui l’Università di Cagliari compare accanto all’Inaf-Osservatorio Astronomico di Roma e all’Università di Palermo. Coinvolti Alessandro Papitto, primo co-firmatario dell’articolo (ora all’Inaf, ma postdoc dell’Ateneo cagliaritano), il prof. Luciano Burderi, docente di Astrofisica dell’Università del capoluogo sardo, e la prof.ssa Tiziana Di Salvo (Università di Palermo), con cui il team di astrofisici guidato da Burderi collabora da anni.

“Finora si pensava che queste Stelle di Neutroni emettessero luce pulsata esclusivamente nella banda radio e nella finestra raggi-X – raggi-Gamma – spiega il professor Burderi – Pertanto la scoperta fatta è davvero importante ed apre prospettive inattese per lo studio di questi affascinanti oggetti”.