La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è in Sardegna, così i docenti sardi del coordinamento diplomati magistrali abilitati sono tornati alla carica dopo le recenti manifestazioni. Questo pomeriggio infatti, la ministra è a Cagliari per festeggiare i 70 anni del Cus, e una delegazione ne ha approfittato: circa 30 insegnanti si sono alzati dalle sedie appena Valeria Fedeli ha preso la parola, come forma di protesta.

Sono mille le insegnanti sarde diplomate e laureate che ora rischiano di non lavorare più a scuola tra infanzia ed elementari. O meglio rischiano di dover ricominciare daccapo con precariato, sostituzioni e supplenze dopo essere state assunte con un contratto a tempo determinato e indeterminato.

La maglietta. Davanti, scritta bianca su sfondo nero, il nome del coordinamento che sta portando avanti la protesta: “Coordinamento diplomati magistrali abilitati”; Dietro, una pagina della Gazzetta ufficiale che recita:

“I titoli conseguiti nell’esame di Stato a conclusione dei corsi di studio dell’istituto magistrale iniziati entro l’anno scolastico 1997/1998 conservano in via permanente l’attuale valore legale e abilitante all’insegnamento nella scuola elementare”.

La mazzata è arrivata a novembre con pubblicazione proprio sotto Natale di una sentenza del Consiglio di Stato: il caso riguarda in Italia 43mila docenti. Per questo una cinquantina di insegnanti arrivati anche dal nord Sardegna si sono ritrovati davanti alla direzione scolastica regionale per parlare con il numero uno dell’istruzione sarda Francesco Feliziani.

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