“Perseverare nella difesa della Fabbrica di Bombe di Domusnovas è avallare un crimine nei confronti dell’umanità. Questo ci sentiamo di affermare senza alcun dubbio dopo le condanne dell’ONU e le tre deliberazioni della Commissione Europea che ha richiamato tutti i Paesi tra cui l’Italia che esportano e vendono armi all’Arabia Saudita che le utilizza contro le popolazioni civili ed inermi dello Yemen”. Lo hanno scritto in un comunicato congiunto a firma di Marco Mameli le associazioni Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus, Confederazione Sindacale Sarda, Associazione Donne Ambiente Sardegna, Comitato SoS Sardegna e Associazione Sardegna Pulita.

“La RWM – si legge nella nota – è palesemente fuorilegge , non solo perché non rispetta l’art.11 della nostra Costituzione In cui viene sancito il RIPUDIO della guerra, ma disconosce la Legge 185/90 che fa divieto della vendita di armamenti ai Paesi belligeranti. E’ triste e scandaloso che la Confindustria Sardegna Meridionale si schieri apertamente a difesa della Fabbrica di bombe di Domusnovas , dichiarando irricevibili le stesse proposte di riconversione di quello Stabilimento che in Germania , dove viene fatto rispettare il divieto permanente di esportare armi nei confronti dei Paesi in guerra, ha una eccellente produzione industriale in campi diversi. La Confindustria ha come suo compito istituzionale di progettare nuovo sviluppo e favorire nuove imprese e certamente non deve invogliare Imprese di morte. Non giustifichiamo neppure i Sindacati Filctem-CGIL e Femca-CISL territoriali del Sulcis Iglesiente e le stesse RSU della Fabbrica di Domusnovas che rifiutano il confronto né vogliono accettare come possibile la riconversione della fabbrica”.

“Il lavoro è sacro – conclude il comunicato –  e va difeso quando non è contro la dignità , la tutela e la promozione della vita umana, perché in questo caso esso perde lo stesso valore di sacralità per cui costruire bombe che vengono utilizzate, ed è dimostrato, per distruggere paesi ed abitazioni e soprattutto vite di centinaia di migliaia di civili inermi, tra cui numerose donne e bambini, esso NON E’ LAVORO. Noi continueremo la nostra testimonianza ed azione di informazione e di condanna a tutti i livelli e siamo sicuri di aprire i cuori e le menti delle donne e uomini di buona volontà. La Sardegna deve essere un’isola di pace ed intorno alla pace è possibile costruire economia e lavoro”.