“Uno dei controlli ambientali ordinari di maggior rilievo è quello della qualità delle acque destinate alla balneazione. L’importanza ai fini ambientali, turistici ed economici e intuitiva, soprattutto in nazioni come l’Italia e in regioni come la Sardegna. Alla direttiva n. 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione (che ha sostituito la precedente n. 76/160/CEE) ha dato attuazione il decreto legislativo n. 116/2008 e il D.M. Salute 30 marzo 2010 di esecuzione. In Sardegna la competenza relativa al controllo e alla vigilanza sulla qualità delle acque destinate alla balneazione è assegnata all’A.R.P.A.S.” – lo spiega il Gruppo d’Intervento Giuridico.

“Finora, le analisi sono state svolte dall’A.R.P.A.S., ma – per accordi interni all’Amministrazione regionale – i materiali campionamenti delle acque nei 660 punti di campionamento lungo le coste sono stati effettuati dal personale delle Aziende sanitarie locali competenti per territorio sostanzialmente a costo zero, perché il personale viene ovviamente retribuito dall’organizzazione sanitaria di appartenenza – e prosegue – ma non sarà più così: infatti l’A.R.P.A.S. ha bandito lo scorso 19 febbraio 2018 una procedura negoziata per ‘affidamento del servizio di prelievo campioni d’acqua per i controlli della balneazione nella stagione 2018’ per un importo a basa d’asta pari a euro 180.000,00 + I.V.A. – e coclude – perché si rinuncia a un’attività pubblica così importante a costo zero per farla svolgere a pagamento a privati?”.