Gianluca, lo chiameremo così, ventuno anni, lavora in un bar. Prende trenta euro in nero al sabato lavorando per sette ore.

Il locale va molto bene e lui malgrado riesca a farsi pochi soldi almeno ha qualche entrata per pagarsi un’uscita con la ragazza o la benzina.
Sa che quei soldi arriveranno, bene o male, settimanalmente. Il proprietario, uno dei tanti imprenditori che si lamentano dello stato e giocano con la disperazione delle persone (“o lavori a queste regole o non lavori”) decide che da un sabato all’altro, senza motivo, pagherà il suo stipendio (parola quantomai fuoriluogo) forse ogni mese. Così fa. E il giovane, già bistrattato da orari e incertezze, deve scegliere: continuare così o rinunciare a quei pochi soldi? Oppure andare via e rischiare di non recuperare nemmeno quello che è suo. Oppure ancora denunciare e chissà se può e come va a finire, o farsi la nomea di chi non può più lavorare con nessuno.

Sapete quante storie così sentiamo? E riguardano non solo giovani e disoccupati, ma anche professionisti, trattati come zerbini da un sistema lavoro in cui oltre al merito non viene riconosciuta nemmeno la dignità.

Allora capisci che il problema in Italia non è solo la politica di cui ci lamentiamo ogni giorno sui social e al mercato, ma sono le stesse persone che hanno perso il rispetto degli altri. Sono tante le imprese che non hanno un minimo di rispetto sociale e attenzione per il proprio territorio. Questo non vuol dire che siano tutte così, perchè possiamo vedere anche esempio virtuosi, ma se chiacchierate in giro con tanti ragazzi capite quale sia l’andazzo.
Furbi e ignoranti, ci sono imprenditori che giocano sulla pelle di tanti, costretti a calarsi le braghe. Perché la crisi esiste e colpisce chi fa impresa – e lo sappiamo – ma il rispetto degli altri è un fondamento della società e dell’attività economica. E quando si perde questo rispetto significa che la politica può far poco perchè vengono meno le premesse di qualsiasi convivenza e libertà. Allora non prendetevela se i nostri giovani decidono di fare i lavapiatti a Londra. Almeno troveranno la forza e il coraggio per crearsi una nuova vita.

Nicola Montisci