Sa Die de sa Sardigna quest’anno inizia dalla messa, quasi tutta in sardo. Poi corteo verso palazzo Viceregio, sede nelle precedenti edizioni dell’inaugurazione della giornata. E infine trasferimento in Consiglio regionale perché all’ordine del giorno c’è la proposta di utilizzare Procura de moderare come inno ufficiale dell’isola.

Sono i tre momenti chiave della celebrazione del “giorno della Sardegna”, in programma il 28 aprile, illustrati oggi nel corso della presentazione dell’evento. In campo le fondazioni e associazioni Fondazione Sardinia, Istituto Gramsci della Sardegna, Società Umanitaria, Cineteca Sarda, Fondazione Giuseppe Siotto, Imprentas,Tramas de Amistade, AladinPensiero, Confederazione Sindacale Sarda, Fondazione Alziator, Unesco Club Cagliari, Riprendiamoci la Sardegna, Osservatorio sui Beni Comuni della Sardegna, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Assotziu Scida, Unione Autonoma Partigiani Sardi, Iscandula e singole personalità.

“Sa Die – spiega Salvatore Cubeddu del comitato organizzatore- si conferma per i sardi una giornata per essere più liberi, più uguali e più fratelli”. A celebrare la messa, con inizio alle 9.30, insieme ai vescovi della Sardegna sarà monsignor Giovanni Angelo Becciu, arcivescovo e sostituto per gli affar generali della segreteria di Stato in Vaticano. Rito quasi interamente in sardo. Non c’è stato tempo per ottenere anche la possibilità di avere la consacrazione in limba perché la procedura è legata all’autorizzazione del Vaticano. Le musiche saranno del compositore Vittorio Montis. In chiesa ci sarà il Coro delle voci bianche di Quartu. Saranno anche esposti gli stendardi della Giunta regionale della Città metropolitana di Cagliari. Poi pochi metri in corteo per trasferirsi al palazzo Viceregio: saranno consegnate le bandiere sarde ai parlamentari sardi neoeletti. La cerimonia si concluderà alle 13 con il suono delle launeddas. Poi passeggiata finale verso il Consiglio regionale.