Il vino buono si fa con la giusta dose di acqua per irrigare i campi. A volte la natura – che di solito fa le cose per bene – può esagerare. O meglio il pericolo è che in futuro cambino condizioni e clima. E allora niente cannonau o vermentino? Nemmeno per idea: la tecnologia entrerà nei vigneti e consentirà di dare alle campagne la quantità di acqua che serve. Niente pericolo siccità o precipitazioni troppo abbondanti.

Per il futuro ci penserà Ga-vino: è il nome del progetto coordinato da Costantino Sirca, ricercatore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, avviato oggi con un incontro con gli altri partner: presenti alcuni ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari, dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr (Sassari) e di Agris Sardegna, e i responsabili delle aziende vitivinicole regionali che aderiscono all’iniziativa.

“Vi sono evidenze scientifiche sul fatto che l’area del bacino del Mediterraneo sarà quella maggiormente influenzata dai cambiamenti climatici, con più elevate probabilità di eventi estremi quali ondate di calore, piogge intense in determinati periodi, siccità – spiega Sirca -. Pertanto è fondamentale conoscere e quantificare le esigenze idriche del sistema viticolo per sfruttare e gestire al meglio le risorse disponibili in azienda: è dunque strategico dotarsi di strumenti tecnologici innovativi, per implementare metodologie di agricoltura di precisione, raccogliendo ed elaborando informazioni utili a migliorare efficienza, produttività e sostenibilità aziendale”.

Le aziende hanno mostrato molto interesse. Anche perché sono in molti a voler controllare la variabile acqua. “Il sistema – spiega Sirca – consentirà da una parte di abbassare i costi per l’uso dell’acqua e quindi i costi di produzione. Dall’altra permetterà di proteggere la qualità dei vini in un mercato sempre più competitivo”. Nello sviluppo è coinvolto Eolab, il Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Ateneo cagliaritano: “Svilupperemo la piattaforma tecnologica alla base del sistema – spiega Massimo Barbaro, docente di UniCa che parteciperà all’incontro del 14 – Realizzeremo un sistema elettronico distribuito con sensori di varia natura dislocati nel vigneto, moduli wireless che raccolgono l’informazione locale e la trasmettono, e un nodo centrale che si collega alla rete (cloud) per mettere a disposizione tutti i dati che verranno poi elaborati secondo i modelli proposti dai ricercatori dell’Università di Sassari e presentati su una pagina web o una webapp in forma grafica”.