“Basta con quello che abbiamo versato ma per domenica, giorno di voto, qualche iniziativa ci sarà”. Sono le parole del rappresentante dei pastori sardi, Nenneddu Sanna, al termine del tavolo di filiera sul pecorino che si è svolto al ministero delle Politiche agricole.

Alla domanda se la protesta dei pastori potrà arrivare a chiudere i seggi, Sanna ha risposto: “Vedremo”.

“Senza la controparte il vertice come poteva andare? Siamo incavolati: il mio tempo lo metto a disposizione così, poi loro non vengono e fanno come gli pare. Non sono per niente soddisfatto”. Lo ha detto Gianuario Falchi dopo la riunione a Roma al ministero delle Politiche agricole. Ci saranno nuove e più forti proteste? “Non lo so – risponde l’allevatore – e chi non si è presentato se ne farà carico. Io ho fatto il mio dovere e sono venuto qui a Roma. Spero solo che già domani si possa parlare della griglia per il prezzo latte dal prefetto a Sassari, perché la questione deve essere discussa nell’immediato”.

“Alcuni passi avanti ci sono stati e sono stati messi per iscritto – prosegue Falchi – innanzitutto sono stati affidati al prefetto di Sassari i compiti di analisi e sorveglianza del monitoraggio delle attività di filiera. Ed è stato firmato il decreto ministeriale che proroga l’atto programmatorio relativo al pecorino romano, con la scadenza posticipata al 31 luglio 2019”. Poi “il presidente del Consiglio Conte ha autorizzato l’atto di emanazione di un decreto legge per affrontare le emergenze agricole”, quindi il “contributo dello Stato agli interessi sui mutui, la definizione di misure di monitoraggio per assicurare il rispetto delle quote e la previsione del registro telematico del latte ovino. Ci è stato infine confermato l’impegno della Gdo per avviare una campagna straordinaria per il sostegno al pecorino sardo a decorrere dal 23 febbraio e la disponibilità per un incontro a Roma”.

“L’ennesimo tavolo del Governo sul latte si è chiuso con un flop: nessuna soluzione, tutto rinviato a dopo le elezioni. Salvini chieda scusa ai sardi e a tutti i cittadini per la penosa presa in giro delle ultime settimane. Una figuraccia e un autogol senza precedenti”. Lo scrive su Facebook il deputato del Pd Michele Anzaldi. “Il 12 febbraio – prosegue – il ministro twittava: ‘In 48 ore risolvo’. Sono passati 9 giorni. Il 14 febbraio, aprendo il tavolo convocato al Viminale, dichiarava: ‘Non mi alzo finché non si arriva a un euro al litro’. Invece si è alzato ed è scappato, si è eclissato, ha capito che non bastava una diretta Facebook per risolvere la questione e ha scaricato tutto sulle spalle di Centinaio e degli enti locali. Davvero Salvini pensa di poter prendere tutti in giro così? – incalza l’esponente dem – Ora il governo dice che la soluzione arriverà nei prossimi giorni, dopo le elezioni. Ma chi ci crede? Passate le elezioni torneranno, come nei mesi passati, a disinteressarsi della questione”.