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Non c’è nessuna richiesta, al momento, da parte del procuratore di Nuoro Andrea Garau di trasferimento di Dimitri Fricano nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Richiesta alla quale i difensori del giovane reo confesso, Alessandra Guarini e Roberto Onida, si opporrebbero, anche per le “particolari” condizioni di salute dell’indagato, per cui verranno chiesti i domiciliari.

“I detenuti devono stare nella regione di appartenenza per stare più vicini ai familiari – ha detto l’avvocata Guarini – chiederemo al più presto la misura cautelare degli arresti domiciliari in quanto riteniamo che le condizioni psicologiche e le diverse problematiche di Dimitri, che assume diversi farmaci, siano incompatibili con la detenzione in carcere”.

La confessione per Dimitri Fricano è arrivata a oltre un mese dall’omicidio, prima di allora il giovane aveva sempre sostenuto la tesi della aggressione per rapina. “Il movente non sono state certamente le briciole di pane – precisa l’avvocata Guarini – quella è stata la miccia che ha acceso la lite, ma il movente è più ampio e profondo. Le briciole di pane sono state l’ennesimo rimprovero a Dimitri in un contesto di disagio che il giovane ha maturato nel tempo. Aspetti di cui non si può dire di più ma che saranno chiariti a processo”.

Nel convincere Dimitri alla confessione un ruolo importante lo avrebbe avuto anche l’ex comandante nazionale del Ris Luciano Garofano, che insieme a un team di esperti, su incarico dei difensori di Dimitri, dalle accertamenti tecnici svolti nella villetta a San Teodoro avrebbe raccolto elementi che incastravano il trentenne biellese.