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Agostino Pilloni è un sessantunenne di Narcao che da decenni sbarca il lunario per la propria famiglia vendendo i prodotti che raccoglie nelle campagne; dai funghi, agli asparagi, alle bietole, ai cardi. Non c'è abitante del Sulcis che non lo conosca o quantomeno non lo abbia visto nei vari Comuni del territorio, spesso di fronte ai mercatini o mercati civici col suo piccolo banchetto, immancabilmente accompagnato dalla moglie, dai figli e dai nipoti. Da alcune settimane però, nel Comune di Sant'Antioco, i vigili gli hanno intimato di lasciare la sua abitudinaria postazione nella quale da 40 anni, ogni martedì, vendeva i suoi prodotti (in particolare i funghi sottoposti a controllo medico) e per la quale ha sempre pagato il suolo pubblico. Non avendo una regolare licenza di vendita, per la legge ha torto.

E poco interessa, se l'alternativa a questo lavoro è quella di non poter più sostenere la sua famiglia o peggio ancora quella di ricercare altri modi, magari ancora meno ligi alla legge, per sopravvivere. Di fronte a queste situazioni credo sia lecito interrogarsi profondamente sui concetti di legalità e giustizia applicati alla vita reale delle persone. E non credo sia nemmeno irrispettoso e scorretto affermare che in un contesto storico economico e sociale difficilissimo dove spesso l'illegalità e il mancato rispetto delle regole, a partire da chi per primo dovrebbe dare l'esempio, sono diffusi, appare quantomeno risibile e paradossale che non si permetta a un padre di guadagnare pochi euro per mantenere la sua famiglia grazie a un lavoro che, seppur necessiterebbe di licenze e autorizzazioni, poco o nulla toglie alle altre attività del settore merceologico e quindi più in generale alla nostra comunità. Certamente, concedere un minimo di tolleranza in più per chi vuole sopravvivere in questo territorio dove per primo è lo Stato a essersi disimpegnato e ad aver negato opportunità occupazionali e di crescita sociale ai cittadini, dove le disuguaglianze assumono contorni spaventosi, sarebbe non solo auspicabile, ma rappresenterebbe un coraggiosissimo atto di giustizia sociale.

Sia ben chiaro, la legge va rispettata, soprattutto quando viene rispettata da (e per) tutti e quando lo Stato assolve fino in fondo al proprio dovere verso i suoi cittadini. Insomma, quando si vive in uno Stato di Diritto reale e non solo declamato a slogan e parole quando meglio conviene. A ogni modo, salvo ripensamenti, quello che conta e che rimane, dopo la decisione delle forze dell'ordine di Sant'Antioco, è che il Signor Pilloni il martedì non potrà più incontrare i suoi storici clienti e di conseguenza lavorare per guadagnare il minimo sostentamento per se stesso e la propria famiglia. E a 61 anni, di questi tempi come è tristemente noto, si è troppo giovani – e spesso senza i requisiti ovvero i contributi previdenziali- per andare in pensione e allo stesso tempo troppo anziani per provare anche solo a cercare un'altra occupazione. Ammesso che in questo territorio (affermazione retorica) se ne trovi qualcuna. L'auspicio è quello che presto si trovi una soluzione e che qualcuno unicamente si affidi alla propria coscienza.

[ECCO IL VIDEO CON L'INTERVISTA AL SIGNOR AGOSTINO PILLONI]