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Una Giunta regionale agonizzante con una maggioranza democraticamente divisa porta avanti una legislatura che non verrà, certamente, ricordata per una operosità strabiliante. Un mix di cattedratici e politici che nulla, di rilevante, ha saputo realizzare. Erano partiti in pompa magna approvando, nell’ottobre 2014, il Piano Sociale di sviluppo (È il principale documento di programmazione che disegna strategie e obiettivi per l’intera legislatura.) 
 
L’assessore Raffaele Paci affermava: «Lavoro, scuola, infrastrutture e meno burocrazia le priorità». Queste le intenzioni ma la realtà attuale è ben altra: “Disoccupazione alle stelle, cassa integrazione, fame”. Ecco riassunto in poche righe il risultato del "lavoro" del professor Pigliaru e della sua Giunta. Abbiamo superato il giro di boa e si inizia a guardare al futuro, il proprio posizionamento futuro. E magari, il professore, pesterà i piedi per ottenere uno scranno romano, del resto, uno che miete così tanti successi va premiato. Ma un premio lo chiederanno, probabilmente, anche il suo vice e qualche altro notabile.
 
Qualcuno il premio l’ha gia avuto, un super premio per colui che ha quasi imprigionato i sardi nei propri confini; a lui è andata, per ora, la poltrona, meritatissima, dell'Autority portuale unica. Spesso, conoscere la teoria non significa saperla mettere in pratica e di ciò qualche “accenno” lo si è già avuto. Un teorico resta sempre un teorico così come un cultore di film hard resta un teorico del sesso e non diventa, certo, un novello Rocco. A meno che non si stia dando corpo al motto latino "promoveatur ut amoveatur". Vedremo come andrà a finire.
 
Torniamo ora al pentolone politico locale, sullo scacchiere iniziano a muoversi le prime pedine in vista delle prossime elezioni regionali, elezioni che, quasi certamente, vedranno in campo almeno 4 schieramenti: un fumoso centrosinistra (il governo Pigliaru e la  dominazione renziana non hanno fatto bene allo schieramento), un altrettanto fumoso centrodestra, il variegato polo “autonomo- indipendentista-sovranista” e i penta stellati al probabile esordio regionale.
 
Sulla scena potrebbe apparire anche un inaspettato polo civico che, alleandosi con uno dei primi quattro citati sopra, potrebbe determinare le sorti dello scontro. Una cosa, però, è certa: niente sarà più come prima e il consiglio che uscirà dalle urne sarà quasi totalmente rivoluzionato. In tanti non ritroveranno posto tra i banchi di via Roma e speriamo che i fortunati siano seri, onesti, umili e preparati. La Sardegna non può permettersi più il lusso di una classe politica inadeguata e priva di visione. È arrivato il momento di un nuovo inizio per un'isola lasciata per troppo tempo alla deriva perché la classe dirigente scelta aveva altro a cui pensare. Uno scatto d’orgoglio che porti ad una inversione di rotta immediato. L’alternativa è l’abisso. Mala tempora….