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“La disastrosa situazione finanziaria in cui versano la Provincia di Oristano e le altre Province sarde, che rischia di privare il territorio di servizi pubblici fondamentali come quelli scolastici e di creare situazioni di grave pericolo per la sicurezza, come quelle derivanti dalla mancata manutenzione delle strade, è figlia del rapporto di sudditanza con lo Stato che la Regione ha imposto alla Sardegna con il disastroso accordo Paci-Padoan del 2014” – Dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, commentando la decisione del commissario straordinario della Provincia, Massimo Torrente, di presentare un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare la situazione di dissesto finanziario dell’Ente. 
 
“Con il patto del 2014, la Regione ha rinunciato ad avere un rapporto paritario con lo Stato, così come veniva definito nell’art. 8 dello Statuto – sottolinea Dedoni – rinunciando a rivendicare le entrate erariali che le spettano, impegnandosi a ritirare i ricorsi alla Corte Costituzionale che avrebbero costretto il Governo a versare quanto dovuto, la Giunta regionale ha lasciato campo libero a Palazzo Chigi, che oggi può disporre a piacimento delle risorse finanziarie della Regione e degli enti locali sardi. Le conseguenze sono devastanti sul bilancio regionale, come si è visto in merito alla vicenda degli accantonamenti con cui, di fatto, lo Stato si è inventato un modo per non corrispondere le quote erariali previste dallo Statuto dopo aver privato la Regione degli strumenti legali per opporsi, ma lo sono ancora di più sulle casse di Province e Comuni, che possono soltanto subire uno stato di cose deciso in altre sedi per portare avanti gli interessi politici del centrosinistra nazionale”.
 
“A ciò si aggiunge l’incerta situazione istituzionale delle Province, figlia anch’essa dei ritardi e delle omissioni altrui – conclude il capogruppo – al referendum costituzionale con cui gli elettori hanno deciso di mantenere in vita gli enti intermedi, infatti, non è seguita una fase legislativa che chiarisse quali debbano essere le loro competenze, in maniera tale che queste non si sovrappongano a quelle di Regione e Comuni, e con quali risorse debbano essere finanziate. Oggi, le Province sono nel caos, totalmente abbandonate a se stesse, e a farne le spese sono come sempre i cittadini”.