diete-dimagranti-e-autostima-quanto-le-emozioni-e-il-cibo-sono-collegati
Una dieta dimagrante può risultare un percorso segnato da momenti con forte impatto emotivo: momenti di successo, di stallo, di crisi o di insuccesso.
 
Quando si vuole perdere peso non basta sapere come e quanto mangiare; anche se di fatto, è necessario e fondamentale. Se consideriamo che il senso di fame e di sazietà sono collocati nell’ipotalamo e che questo a sua volta è collegato ai centri di controllo delle emozioni e dell’umore, iniziamo a percepire la complessità di tutto il processo di dimagrimento. 
 
La perdita di peso, in una dieta dimagrante, è come la riuscita di un puzzle: si arriva a perdere peso dopo tutta una lunga serie di mosse, ossia dopo aver incastrato nel modo corretto, tessera dopo tessera, con pazienza e costanza. 
 
Una dieta dimagrante è una sfida costante, prima di tutto con noi stessi. Una sfida in cui intervengono molti aspetti del proprio Sé e quindi fortemente legati alla propria storia di vita. 
 
L’autostima e la fiducia in se stessi, per esempio. Saranno questi a farci iniziare una dieta o a farci mantenere alta la motivazione. Se è la fiducia quella che ci manca, possiamo lavorare su ciò che ci impedisce di credere in noi stessi per permetterci di sbloccare eventuali convinzioni disfunzionali.
 
Un altro aspetto potrebbe riguardare il senso di autoefficacia, ossia quanto pensiamo di essere in grado di portare a termine un percorso di dimagrimento e di raggiungere l’obiettivo prefissato. Abbiamo fatto esperienze di autoefficacia nella nostra storia personale? Oppure qualcun altro per noi rappresenta un modello di persona a cui vorremmo assomigliare per questo aspetto?
 
Un’altra domanda su cui riflettere è se abbiamo delle solide motivazioni a sostenerci; indagare se ne abbiamo di nascoste o altre poco chiare. Inoltre, quelle che pensiamo di avere, sono motivazioni sostenibili? Una motivazione chiara e sostenibile, ossia effettivamente raggiungibile, può essere un punto di partenza molto efficace.
 
Poi a un certo punto arriverà lei: la frustrazione, signora di tutte le battaglie. Siamo allenati a riconoscere e gestire una frustrazione? È sostenibile per noi provare frustrazioni o scappiamo a gambe levate prima di sentire anche solo il rischio di provarle?
 
La resilienza, in una dieta dimagrante ci aiuta subito dopo signora frustrazione. È il preciso momento in cui decidiamo di trasformare un momento negativo senza darci per vinti! È quando mangiamo un pezzo di torta in più e poi ci pesa. È quell’istante in cui decidiamo di buttare all’aria tutto sfogandoci sull’intera torta perché ormai troppo difficile perdonarci. Oppure decidiamo che quel pezzo in più, ce lo possiamo invece perdonare, che non sarà uno sgarro a fermare il nostro puzzle. Abbiamo sviluppato una buona resilienza? Qualcuno ci ha dato delle strategie per non darci per vinti? Ci hanno dimostrato che possiamo venire fuori anche dalla notte più buia? E se no, ci sono i margini per imparare a farlo ora, in questo preciso momento della nostra vita? 
 
Per ognuno di questi punti potrebbe aprirsi un universo per la persona e ognuno di questi punti si servirà del proprio corpo per manifestarsi. Nel bene e nel male. 
 
Se emozioni e cibo sono così strettamente collegati, per riuscire a perdere peso, sarà necessario nutrire l’anima.
Anima e corpo hanno il potere di lavorare insieme per perseguire il proprio benessere. E noi abbiamo il potere di decidere di lasciarglielo fare.
 
Marzia Spedicato, psicologa
 
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