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Il voto per le Comunali in Sardegna consegna un'Isola fatta di piccole realtà nelle quali centrosinistra e centrodestra si spartiscono buona parte dei consensi. Nel complesso i due schieramenti reggono soprattutto quando si presentano uniti. Seguendo la tendenza nazionale il Movimento Cinquestelle, che alle politiche del 2013 aveva ottenuto un exploit con quasi il 30% delle preferenze piazzandosi davanti agli altri due schieramenti, oggi non riesce a ottenere neppure un posto per i due ballottaggi del 25 giugno, a Oristano e a Selargius. Cresce di quasi quattro punti percentuali il Partito dei Sardi che trova il suo spazio conquistando alcuni centri e iniziando a radicarsi anche nelle grandi città come Oristano e Selargius.

Nell'area del centrosinistra regionale, dove il PdS ha aperto la crisi con le dimissioni dell'assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda ponendo proprie condizioni, il partito sembra rappresentare oggi la seconda forza di governo. Questo significa che se il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e lo stesso Pd vogliono portare a termine la legislatura sino al 2019 dovranno obbligatoriamente confrontarsi con questa realtà. Si incrementa anche l'astensionismo che diventa il primo partito in Sardegna: quasi il 40% dei cittadini dei Comuni chiamati al voto ha disertato le urne e stavolta è mancato anche il voto di protesta che veniva identificato con le preferenze date al M5S. Non solo: in alcuni centri dove era presente una sola lista – a Palau e Chiaramonti nel Sassarese, e a Magomadas nell'Oristanese – il quorum del 50% dei votanti non è stato raggiunto e arriverà il commissario straordinario. Meno del 50% di votanti anche a Uras, sempre nell'oristanese, e a Quartucciu, nell'area metropolitana di Cagliari: in entrambi i casi, però, il sindaco è stato eletto per la presenza di più liste.

Negli unici due centri sopra i 15mila abitanti è proprio il centrosinistra ad arrancare: ora si trova a dover rincorrere il centrodestra che riprende slancio rosicchiando qualche punto percentuale rispetto alle comunali dello scorso anno. Accusa il colpo soprattutto il Pd, forse orfano degli alleati di sempre oggi divisi in altre formazioni nazionali che ancora non hanno un'identità definita nel mondo del centrosinistra. Nel dettaglio, ad Oristano unico comune capoluogo di Provincia la sfida a due per il secondo turno del 25 giugno vede il centrodestra con Andrea Lutzu che si ferma poco sotto il 30%. Supera di poco il 22% la candidata a sindaco del centrosinistra Maria Obinu. Subito dietro Vincenzo Pecoraro, che ottiene oltre il 16% con una coalizione che vede in cima l'Udc e il Partito dei Sardi, mentre l'outsider Filippo Martinez viaggia su oltre il 15% con le sue tre liste civiche. Saranno questi due schieramenti, sempre se si riuscirà a trovare l'accordo, a fare l'ago della bilancia per il ballottaggio tra due settimane. Il Movimento Cinquestelle si ferma al 7,5% nella città di Eleonora, ma sale al 12% a Selargius, l'altro comune con più di 15mila abitanti chiamato al doppio turno. Anche qui centrodestra avanti con Pier Luigi Concu, che supera il 45%, mentre il segretario provinciale del Pd, Francesco Lilliu segue a ruota al 42%.