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Vendono da 40 anni collane per capre, scarponi da pastore, campanacci e materiale per la mungitura. Tanti i clienti affezionati che da anni scambiano quattro chiacchiere in sardo coi proprietari. Non siamo nel nuorese. Né in Ogliastra e tantomeno in Gallura.

Ma nel cuore di Cagliari, in via Sassari, a pochi passi dal Comune e dalle vie dello shopping all’ultimo grido. Dove dietro il bancone di uno dei negozi più originali del capoluogo c’è da 40 anni Piucia (senza la n e con una c sola a causa di una distrazione all’anagrafe) Serra, originaria di Ulassai, capelli nerissimi e raccolti e una

Fluida parlata sia in italiano che in limba. Il negozio di pellami, cuoio e attrezzatura per pastori e la vita in campagna è stato rilevato dai fratelli Serra nel lontano 1973. Ma la stessa attività si trovava in via Sassari (e allo stesso numero civico) già dal 1966. “E ancora prima”, racconta la negoziante, “nel corso Vittorio Emanuele ii e in via Caprera”.

L’aria della storia si sente al tatto quando si entra dentro il locale, al piano terra di un palazzo ottocentesco, dove ci si immerge in una realtà che in città ormai è impossibile trovare. Le vetrine espongono i campanacci e i secchi per la mungitura.

Ci sono i coltelli e le collane in pelle per capre e pecore. E poi gli stivali da lavoro, più adatti al Supramonte che a via Manno. Ma, nonostante la professionalità e l’esperienza nel settore, gli affari non vanno più come un tempo.

Non solo per la crisi e per le difficoltà dei pastori, ma anche per i mutamenti della città che hanno allontanato i clienti. “Avevamo compratori che arrivavano da tutta l’Isola: Domus de Maria, Santulussurgiu e Macomer e perfino Sassari”, racconta la signora Serra, “ma prima era diverso. In piazza del Carmine c’era la stazione dei taxi che accompagnavano gli abitanti dei paesi a casa e poi erano a pieno regime l’ospedale San Giovanni di Dio e la clinica Aresu dove venivano ricoverate tanti nostri clienti e tanti loro parenti.

Il resto”, conclude, “l’hanno fatto la crisi e le difficoltà dei pastori, costretti a vendere il latte a 50 centesimi”. Così i tanti pastori che per almeno 30 anni hanno frequentato via Sassari, oggi sono scomparsi. “E quando ce ne andremo noi”, conclude la titolare, “il negozio chiuderà. Sarà difficile che lo rilevi qualcuno”. Sarà il tramonto per un negozio storico del centro di Cagliari. Ma fino ad allora sarà ancora possibile acquistare in città una pattadese e un campanaccio. Magari dopo due chiacchiere in limba.