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Tra le tante opere incompiute del Sulcis, una delle più emblematiche è sicuramente il Poligono di tiro di Sant'Antioco. Era il 1987 quando prese avvio l’iter per la costruzione. Passarono più di dieci anni senza che se ne facesse più parola. Poi iniziarono i lavori. L’opera, oggi ancora non terminata, era di proprietà della Provincia di Cagliari che avrebbe dovuto, dopo aver risolto un procedimento giudiziario con una delle aziende che parteciparono alla costruzione dello stabile, trasferirne la proprietà alla Provincia di Carbonia-Iglesias.

E in effetti nei primi mesi del 2012 i principali quotidiani sardi riportavano una nota stampa della Provincia Carbonia-Iglesias sul poligono di tiro di Sant'Antioco dove si affermava che lo studio di fattibilità era completato e che erano stati stanziati oltre 200.000 euro per la ristrutturazione e l'apertura dell'impianto. Sempre nella nota della Provincia si manifestava l'intenzione di affidare l'impianto a società e cooperative per la gestione e per la creazione di un centro polivalente aperto a differenti discipline.

A oggi quest'opera è in uno stato di abbandono. Eppure parliamo di un impianto che una volta avviato potrebbe garantire posti di lavoro, un indotto economico e di certo un'attrattiva importante per il territorio visto anche che gli abitanti del Sulcis sono da sempre obbligati per esigenze sportive e professionali a recarsi in altri poligoni spesso a molti chilometri di distanza.

Ma il dato più emblematico, prescindendo dagli oltre 20 anni di ritardo, è in realtà rappresentato dal commissariamento delle “nuove” province tra cui Carbonia-Iglesias. Se è vero che si sarebbe dovuta trasferire la proprietà del poligono alla Provincia per ultimare e far finalmente funzionare quegli impianti, cosa succederà ora che l'ente intermedio del Sulcis è stato abolito? Chi si prenderà carico della struttura per ultimare i lavori e soprattutto per renderla economicamente funzionale?

Chi ha provveduto al commissariamento delle province senza prima concepire e attuare una legge di riordino degli enti locali non ha minimamente tenuto conto di tante situazioni analoghe a questa del Poligono di Sant'Antioco e dei gravi vuoti che nel tempo si verificheranno.