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La vita senza lavoro cambia radicalmente e le differenze si notano soprattutto in periodi di festa. Come passa il Ferragosto un cassintegrato? Lo abbiamo chiesto a Roberto Usai, 40 anni, padre di quattro figli, ex operaio dello stabilimento Alcoa di Portovesme,da otto mesi in cassa integrazione. Roberto è uno dei tanti lavoratori del Sulcis che hanno perso il posto di lavoro nell'ultimo anno e che si trovano attualmente in una situazione di totale incertezza verso il futuro.
 
Roberto, da quanti anni lavoravi all'Alcoa di Portovesme?
Circa 13 anni. Quando sono riuscito a entrare in fabbrica non mi sembrava vero, dopo anni lavorati in edilizia da precario, finalmente un posto di lavoro dove i diritti venivano rispettati. Un lavoro considerato sicuro, fino a 8 mesi fa.
 
Sei sposato, hai figli?
Sì, sono sposato da vent’anni. Mia moglie fa la casalinga e abbiamo quattro figli di 17, 16, 14 e 3 anni.
 
Com'è la vita da cassintegrato?
Da quando sono in cassa integrazione penso molto; spesso mi vengono in mente brutti pensieri di rabbia, di disperazione e depressione che cerco di combattere pensando ai miei figli. Quando lavoravo e sentivo i racconti degli altri cassintegrati in lotta, non immaginavo di provare certe sensazioni, oggi posso dire che è veramente così: la cassa integrazione ti rende inutile e ti fa perdere la dignità. Quella dignità che solo il lavoro sa preservare.
 
In questi mesi hai mai pensato di andartene, di emigrare?
Sì, ho pensato spesso all'ipotesi di andare via, ma sinceramente non vorrei abbandonare la mia terra anche perché ho bene a mente il ricordo di mio padre che dopo 30 anni di vita fuori dalla Sardegna volle tornare nella sua terra d'origine per finire gli ultimi suoi giorni.
 
La tua nuova situazione economica con quattro figli a carico non dev'essere delle migliori, come fai ad andare avanti?
Ovviamente con quattro figli la situazione non è delle migliori, bisogna imparare a stringere la cinghia. Devo dire che ho ricevuto molta solidarietà e sostegno dagli amici e dai colleghi. Stiamo tornando al periodo in cui ci si scambiava o regalava il vestiario per i figli e tutti i beni di prima necessità.
 
Oggi è Ferragosto, come passerai questa giornata e in cosa la differenzierai da quella dell'anno scorso quando ancora lavoravi?
Mi ricordo che l'anno scorso passai il giorno di Ferragosto in ristorante con amici. Quest'anno invece sarò obbligato a stare a casa con la famiglia. Sarà difficile Festeggiare in una situazione che oltre alla ristrettezze economiche causate dalla perdita del posto di lavoro mi vede anche essere senza prospettive per il futuro. 
 
Sei fiducioso che la tua situazione possa cambiare in futuro?
Sinceramente no. Penso che le istituzioni abbiano abbandonato il territorio e di conseguenza i suoi cittadini. Spero sempre che qualcosa possa cambiare, ma a oggi non vedo cambiamenti.