immigrazione-e-clandestinit-and-agrave-perch-and-eacute-l-occidente-non-and-egrave-interessato-a-risolvere-il-problema

Divampa la polemica tra coloro che vorrebbero modificare la legge Bossi-Fini e tra chi invece vorrebbe mantenerla inalterata.

Un dibattito riacceso fortemente dopo le ultime tragedie del mare in cui centinaia di persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le nostre coste.

Il reato di clandestinità – seppur presente in molte democrazie occidentali –  e i “respingimenti a mare” vengono visti come un corpo estraneo alla cultura italiana finora basata sulla solidarietà e sull'accoglienza. Ma è difficile essere d'accordo con chi strumentalmente sostiene che la Bossi-Fini sia direttamente correlabile alle tragedie del mare e al grave ed estremamente complesso fenomeno dell'immigrazione.

Il vero problema nel dibattito in corso è come sempre rappresentato dall'ipocrisia tutta italiana del fronteggiarsi nel merito di una singola legge dimenticandosi dei veri motivi per cui i migranti arrivano fin qui e facendo finta di ignorare che se le persone scappano dalle guerre è solamente perché l'occidente stesso favorisce i conflitti fornendo denaro e armi e in diversi casi impegnandosi militarmente in modo diretto.

Mi sarebbe piaciuto assistere a una discussione parlamentare che mettesse in discussione la permanenza delle basi americane in Italia e sul loro utilizzo durante tutti i conflitti degli ultimi decenni. Avrei gradito veder vertere il ragionamento anche sulla politica estera italiana degli ultimi 20 anni che ha favorito  l’interruzione  dello storico rapporto privilegiato di amicizia con i paesi arabo-africani per piegarsi agli interessi israelo-statunitensi.

Centrodestra e Centrosinistra, dalla fine della Prima Repubblica in poi, sono stati indistintamente complici silenziosi di questo sistema, da D'Alema a Berlusconi, dalla Serbia alla Libia, le basi militari italiane sono sempre state a disposizione.

Negli anni si son poste le condizioni affinché interi popoli fossero affamati, perseguitati e obbligati a scappare dalle proprie terre d'origine per cercare salvezza altrove.

Attualmente l'Italia non è attrezzata per far fronte a un flusso migratorio che negli anni sarà esponenziale, tanto più in questo periodo di forte crisi in cui sempre più cittadini, italiani e immigrati stranieri residenti, sono abbandonati a se stessi senza lavoro e spesso senza neanche un’assistenza minima.

Ma in realtà non potremmo neanche fare a meno di accogliere, a prescindere da leggi e proclami, le masse di persone disperate che si assieperanno ai nostri confini e alle nostre coste: sarà una questione di umanità con la quale le nostre coscienze già si stanno confrontando.

Il problema è quindi gravissimo e nessuno ha veramente idea di come contenerlo o gestirlo. Gli interventi legislativi dei singoli Stati si sono dimostrati in gran parte del vecchio continente inutili e, forse, l'unica strada possibile per arginare il fenomeno potrebbe essere quella di tentare di coinvolgere maggiormente i paesi europei-occidentali nella gestione dei flussi e dell'accoglienza ma soprattutto su una politica di interventi economici nei paesi d'origine dei migranti.

Anche se in periodi come questo, nei quali la politica ha ceduto totalmente la propria sovranità alle multinazionali e ai sodalizi finanziari, una domanda nasce spontanea: i paesi occidentali sarebbero davvero disposti ad aiutare economicamente e strutturalmente i paesi d'origine dei migranti?

Non ne sono convinto, anche perché sembrerebbe quasi che le guerre e le destabilizzazioni di questi paesi facciano parte di una strategia ben precisa funzionale solo agli interessi economici delle multinazionali Occidentali interessati a delocalizzare con più facilità nelle economie deboli e disastrate per avere enormi “quantità” di manodopera a basso costo e produrre senza vincoli ambientali e legislativi.

Senza contare ovviamente il ruolo delle grandi banche e l'industria delle armi sempre fiorente e capace di determinare le politiche estere di tutti i paesi.

Il costante afflusso di immigrati nei paesi occidentali, poi, dà origine a un aumento del lavoro sommerso e ad un livellamento delle tutele al ribasso con gli immigrati che fanno ormai tutti i lavori più umili, faticosi e meno salariati. Non aiutano i nuovi contratti nazionali sempre più derogabili e meno rigidi dal punto di vista della contrattazione.

Finché il sistema economico-politico mondiale sarà totalmente basato sul Capitalismo malato senza regole e vincoli che stiamo perpetrando in quest'epoca, non si troveranno soluzioni al fenomeno dell'immigrazione. Molti patiranno fame, persecuzioni e distruzioni per permettere a  pochi di stare bene e sempre meglio.