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Avevano perso le partite del Cagliari per il trasferimento della squadra dal Sant'Elia al Nereo Rocco di Trieste. E anche la pazienza: per questo 37 abbonati si erano rivolti al giudice di pace per un risarcimento morale: avevano chiesto i danni non patrimoniali perché la scelta della società di andare lontano dalla Sardegna aveva in qualche modo mandato a monte i loro fine settimana in compagnia "live" degli amatissimi rossoblù. E aveva provocato solenni arrabbiature. Anche perché tra le sfide perse c'erano quelle con la Juve e con l'Inter.
Ora è arrivata la sentenza del giudice di pace: niente danno "morale" o esistenziale. "Perché – è spiegato nella sentenza che richiama un caso di 'diritto alla partita' analogo a Caserta e che si rifà a una decisione della Suprema Corte – non sono risarcibili come danno esistenziale pregiudizi consistenti in fastidi, disagi, disappunti, ansie e ogni tipo di insoddisfazione che la persona è costretta a sopportare nei molteplici aspetti della vita quotidiana".
I fatti risalgono al campionato 2011-2012: il Cagliari, stanco di giocare nello stadio con alcuni settori off limits per problemi di agibilità, era scappato a Trieste per concludere il torneo. Una scelta che aveva fatto arrabbiare molti abbonati rimasti a bocca asciutta proprio nel momento clou del campionato, quello che decide le sorti di una stagione. Il Cagliari – difeso dall'avvocato Giuseppe Accardi – ha già risarcito il danno patrimoniale pari a 4/19 del costo dell'abbonamento. Ora dovrà versare gli interessi agli abbonati: una piccolissima cifra per ciascuno dei tifosi arrabbiati per l'esilio della loro squadra del cuore.