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Non hanno voluto sentire ragioni e si sono rifiutati persino di scendere dal pullman per rifocillarsi o anche solo per usufruire dei servizi, preferendo proseguire il loro lunghissimo viaggio con la speranza di raggiungere il prima possibile il Nord Europa, dove la loro comunità è piuttosto radicata.
Si è conclusa a Porto Torres la brevissima permanenza in terra sarda dei venticinque siriani che sono atterrati ieri notte all'aeroporto di Cagliari-Elmas e che avrebbero dovuto trovare ospitalità nel centro di Baja Sunajola, a Lu Bagnu, nel territorio comunale di Castelsardo (Sassari).
La comitiva, composta da alcuni nuclei familiari anche con bambini, ha scelto di non sostare nel centro di accoglienza e di ripartire prima possibile oltre Tirreno. Arrivati a Lu Bagnu intorno alle 2 di notte, gli immigrati sono stati accolti dai responsabili della struttura, che si sono messi immediatamente a loro disposizione per qualsiasi necessità. A riferirlo è Francesco Brau della cooperativa Ecoservice, che gestisce Baja Sunajola e opera in perfetta sincronia con l'ufficio immigrazione della Prefettura di Sassari. "Capita piuttosto frequentemente che eritrei e siriani scelgano di non sostare troppo a lungo in Sardegna – spiega Brau – e che preferiscano ricongiungersi ai loro familiari e ai loro connazionali, che in Paesi come la Svezia hanno formato una comunità ben strutturata".
La struttura di Lu Bagnu può arrivare a ospitare 200 immigrati. Attualmente accoglie prevalentemente bengalesi e sub-sahariani.