detenuti-nel-nuovo-carcere-a-uta-and-ldquo-tanti-i-problemi-irrisolti-and-rdquo

Dopo la chiusura definitiva di Buoncammino restano "tanti problemi irrisolti" nella nuova struttura penitenziaria a Uta. Lo denuncia la presidente dell'associazione "Socialismo Diritto Riforme", Maria Grazia Caligaris. "Restano irrisolti – afferma – i problemi nella nuova sede detentiva non ancora del tutto completata. Saranno quindi necessari diversi mesi prima che il Villaggio Penitenziario possa entrare a regime". "La realtà della nuova sede penitenziaria di Cagliari-Uta, nonostante abbia impresso una svolta nella storia detentiva in Sardegna dopo poco meno di 150 anni, non può essere considerata soddisfacente – sottolinea Caligaris – e desta preoccupazioni".
La mega struttura, articolata in sezioni separate l'una dall'altra e strutturata su cinque livelli, con una capienza regolamentare di quasi 600 detenuti, "risulta difficilmente raggiungibile in quanto a tutt'oggi è assente una segnaletica in grado di indicare l'esatta ubicazione del carcere in una zona peraltro destinata a iniziative industriali". Difficoltà per i familiari dei detenuti e anche per i volontari. "Detenuti, familiari, agenti di Polizia Penitenziaria e amministrativi insomma vivranno ai margini della società e sarà sempre più difficile coinvolgere i cittadini di Cagliari e hinterland in attività di solidarietà e in azioni di sensibilizzazione".
Intanto l'associazione denuncia "forti tensioni" nel carcere di Massama di Oristano, per "per l'inadeguatezza dell'assistenza sanitaria, con particolare riferimento alla cura e conservazione dell'apparato dentario. I cittadini privati della libertà sono decisi a presentare nuova istanza al Magistrato di Sorveglianza per inosservanza da parte dell'assessorato regionale della sanità del principio costituzionale sulla salute". Per la presidente Caligaris "la mancanza di risposte univoche a livello regionale sulle cure sta accentuando le tensioni tra i detenuti che chiedono l'applicazione delle norme in vigore nelle altre realtà territoriali. E' quindi improcrastinabile – conclude – un intervento dell'assessorato regionale della salute".