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Probabilmente non si aspettava tanto clamore negativo attorno alla sua proposta di cambiare la bandiera della Sardegna. Di certo, non pensava di ricevere offese e insulti, soprattutto sul web, da tanti sardi che non la pensano come lui. E allora Pinuccio Sciola, lo scultore di San Sperate famoso in tutto il mondo per le sue pietre sonore, ha ripreso carta e penna per chiudere la polemica – stavolta spinto dalle parole del figlio Tomaso che si è detto "sconvolto dalla violenza e dalla pochezza delle reazioni" ("sono orgoglioso per il tuo coraggio, ma provo vergogna per l'ottusità di certi sardi", ha scritto nella lettera aperta al padre) – sottolineando che "la dignità umana viene prima di qualunque bandiera".

"Prima di tutto un ringraziamento a quanti hanno partecipato al dibattito suscitato dalla mia riflessione sulla bandiera dei Quattro Mori – scrive Pinuccio Sciola – una riflessione che era stata ispirata da quanto il presidente Mattarella ha detto nel suo discorso di insediamento contro il terrorismo internazionale e le barbare decapitazioni di uomini inermi. Non mi ha sorpreso che quella mia riflessione, relativa a un simbolo che molti sardi vivono come l''orgoglio' della Sardegna, abbia suscitato tanta emozione e polemiche. Resta il fatto che le teste mozzate non sono un simbolo di pace, come ho scritto nella lettera facendo spesso riferimento a concetti quali il rispetto dell'Uomo e della sua dignità. E resta pure il fatto che non voglio entrare nel dibattito storico perché, rispetto a quei concetti, sono un uomo del mio tempo: vivo la contemporaneità e guardo al futuro.

Mi è dispiaciuto constatare che in molti, intervenendo nel dibattito, li abbiamo ignorati. Sono, infatti, le fondamenta della convivenza civile. E sono concetti universali: vengono, cioè, prima di qualunque bandiera. Guardo al futuro, dicevo. E dunque guardo ai giovani. Ecco, credo che i loro sogni non debbano essere oscurati da simboli negativi. Credo che i giovani debbano essere coinvolti, con la loro fantasia e la loro creatività, in un processo di rinnovamento alla base del quale devono esserci la scuola e il lavoro. Cioè i luoghi che educano alla dignità del cittadino come protagonista della società. Se in molti queste convinzioni sono assenti, mi dispiace. Non me ne sento responsabile.

Da parte mia faccio quel che posso per praticare quei concetti e difendere quei valori. In tante parti del mondo i miei lavori con le Pietre sono l'immagine della nostra terra. Una terra che è 'la più bella scultura al centro del Mediterraneo' ma proprio per questo, per la sua bellezza, credo debba essere aperta al confronto, allo scambio internazionale, e quindi debba essere capace di ragionare dei suoi simboli in relazione alla sensibilità di tutto il mondo e di tutte le persone che lo popolano".