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Subito le bonifiche e mai il deposito di scorie nucleari. Il doppio appello è stato lanciato questa mattina da Css, Sardegna pulita e altre associazioni.
"Perché – ha spiegato Alessandra Seu, di No Scorie – un terzo del territorio è già inquinato in modo grave. Siamo peggio della Terra dei fuochi. E nel Sulcis tra gli effetti nocivi del piombo si dimentica che questa sostanza può provocare deficit di sviluppo della massa cerebrale delle nuove generazioni, per i nostri ragazzi".
Subito in azione: "La strada – ha detto Riccardo Schirò, avvocato – è già stata tracciata. La battaglia va fatta anche dentro il palazzo di Giustizia con la costituzione di parte civile di singoli, associazioni e comitati". Massimo Dadea, medico ed ex assessore della Salute, ha parlato di "disastro ambientale di proporzioni catastrofiche". Ed ha aggiunto: "Nessuno potrà dire io non sapevo. L'indagine epidemiologica Sentieri ha evidenziato un eccesso di mortalità per uomini e donne in alcune aree industriali". Territorio inquinato? "Si tratta – ha sottolineato Dadea – di 447mila ettari di territorio. Serve una indagine epidemiologica della Regione su tutto il territorio. E non abbiamo un registro di tumori regionale".
"Tutti parlano di bonifiche – ha rimarcato Angelo Cremone, Sardegna pulita – ma nessuno interviene seriamente. E succede che ci sono anche le ordinanze che vietano di raccogliere i prodotti dei propri terreni inquinati". Sos all'esecutivo: "La Sardegna deve seppellire il morto per far nascere il neonato – ha concluso Salvatore Lai, Sardegna Pulita -. Un modello di sviluppo è giunto al capolinea. Invitiamo il governo regionale a una svolta. Manca un modello per guardare avanti".