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"Basta pane avvelenato". Un cartellone con tre parole per dire 'No' al deposito delle scorie nucleari in Sardegna: è il grido di battaglia di associazioni e comitati per presentare le due giornate di mobilitazione in programma l'1 e 2 aprile in vista del giorno della pubblicazione dell'elenco dei siti.

"È una battaglia che combatteremo ogni giorno – ha annunciato Bustianu Cumpostu, leader di Sni, in rappresentanza del comitato No nucle – siamo l'unico popolo che ha già votato contro le scorie: questa terra non ospiterà nessuna scoria".

Accanto alle associazioni anche l'Anci: "Non siamo una componente del comitato – ha detto il presidente regionale Piersandro Scano – ma siamo felici di essere qui: è il no drastico e totale di tutti i Comuni della Sardegna. Guardiamo con un certo allarme al momento della scelta: se lo Stato dovesse prendere questa decisione, noi, siccome riteniamo che l'isola abbia già dato, siamo pronti a mettere i 377 sindaci con la fascia ad impedire qualsiasi sopruso per la Sardegna".

Una proposta è arrivata dall'ex sindaco di Samassi Ennio Cabiddu: "Chiediamo che il Consiglio regionale dichiari tutto il territorio dell'isola denuclearizzato. Altrettanto possono fare i sindaci dichiarando con una delibera il loro territorio comune denuclearizzato".

La manifestazione partirà l'1 aprile con spettacoli, interventi, concerti in via Roma. Il sit-in andrà avanti anche il giorno successivo. Mentre per il 19 aprile è in programma il Nonucle-die in tutta la Sardegna. Le motivazioni del no? Il deposito- spiegano i movimenti in un volantino – costituiscono un pericolo permanente, rappresentano un danno all'immagine dell'isola. Non solo, c'è anche il fattore salute: "I primi a pagare saranno i bambini".