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"Siamo pronti a ribellarci ad un'altra servitù, come quella sulle scorie nucleari". Lo ha detto il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, intervenendo in Consiglio dopo la sollecitazione del suo predecessore Ugo Cappellacci (Fi), mentre sotto il Palazzo di via Roma è scattata la due giorni di mobilitazione del comitato Nonucle.
"Di fronte a questo rischio dobbiamo essere pronti a stare molto saldi e compatti – ha chiarito il governatore – ieri l'assessore dell'Ambiente ha inviato la lettera al Governo e credo che dobbiamo essere vigili e uniti. Il prossimo passo è l'indicazione degli ambiti idonei, che potrebbero essere moltissimi, poi ci sarà la scelta vera e propria: noi resteremo vigili", ha assicurato il presidente.
In queste ore tutto il centrosinistra ha presentato una mozione che impegna Pigliaru a far rispettare il voto referendario dei sardi del 2011, un no deciso al nucleare, evitando che la Sardegna venga individuata quale sede idonea ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi.
Forza Italia sempre all'attacco. "Siamo a ridosso di una possibile decisione – ha ricordato in Aula Cappellacci, il primo a lanciare l'allarme per la possibile scelta dell'Isola – Se vige il principio che chi tace acconsente o se qualcuno a Roma confida in un atteggiamento accondiscendente, allora dobbiamo urlare insieme e ricordare quel no alle scorie certificato dal 98% dei sardi con il referendum del 2011. La Giunta si svegli e prenda per il bavero un Governo di eletti da nessuno che non può permettersi di calpestare la volontà del popolo sardo, espressa democraticamente".