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Gli ampliamenti volumetrici nelle zone residenziali e di completamento saranno consentiti fino ad un massimo di 90 metri cubi (oltre 33 metri quadri) nei comuni che non hanno adeguato il Piano urbanistico (Puc) al Piano paesaggistico regionale (Ppr) e fino ad un massimo di 120 metri cubi (45 metri quadrati) in quelli che lo hanno fatto.
E' il primo timido segnale di apertura sulla Legge casa che arriva dal centrosinistra. Ma l'opposizione non parla affatto di convergenza e i lavori dell'Aula rischiano di trascinarsi ancora a lungo sotto i colpi dell'ostruzionismo.
Quella proposta dalla maggioranza è una modifica degli incrementi già definiti dalla Giunta con un emendamento sostitutivo dell'articolo 19 che definisce gli ampliamenti volumetrici nelle diverse zone edilizie. Prima della modifica, sollecitata con due emendamenti proposti dall'opposizione che hanno avuto il parere favorevole della commissione, gli ampliamenti erano previsti sino ad un massimo di 70 metri cubi per i comuni senza l'adeguamento Puc-Ppr e di 90 metri cubi per quelli che in regola. I due emendamenti sono stati approvati all'unanimità.
"Le distanze sono ancora lontane – ha spiegato il capogruppo di Fi Pietro Pittalis – L'apertura del centrosinistra rappresenta solo il tentativo di modificare in meglio un testo di legge dal quale abbiamo preso le distanze. E' bene non fare una commistione di ruoli – ha chiarito l'esponente della minoranza – la responsabilità di questa legge è tutta della maggioranza. Sono ben altre le questioni sulle quali avremmo voluto una convergenza".
Anche il presidente della commissione Governo del Territorio, Antonio Solinas (Pd), ha confermato che "non c'è nessun accordo: stiamo lavorando a vista. Noi ci assumiamo tutta la nostra responsabilità, sarebbe bene che anche altri facessero lo stesso".