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Sono 13 le persone a Sassari sotto costante controllo per accertare se nei loro contatti con l'infermiere sardo abbiano contratto il virus dell'Ebola.
Tre quelle in quarantena, la madre e le due sorelle dell'infermiere ora ricoverato allo Spallanzani di Roma, mentre dieci sono i confinati volontari, si tratta di infermieri e medici che sono venuti in contatto con i paziente e che vengono costantemente monitorati. 

Arru. "La macchina dei soccorsi per gestire l'emergenza ebola a Sassari ha funzionato complessivamente bene, nonostante la presenza di soggetti forse non direttamente interessati al percorso assistenziale. Cosa che, per quanto deprecabile, non ha comunque inficiato le operazioni di soccorso". Lo ha detto a Sassari l'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, dopo il vertice di questa mattina con il prefetto, Salvatore Mulas, ed i commissari dell'Azienda ospedaliera universitaria, Giuseppe Pintor, e della Asl, Agostino Sussarellu.
Arru ha assicurato che tutte le procedure previste per gestire l'emergenza, messa a punto ad ottobre dello scorso anno, sono state seguite alla lettera. "È vero che non avevamo la barella a biocontenimento – ha spiegato Arru – ma questo non ha condizionato le operazioni previste dal protocollo. La barella è arrivata in Sardegna in tempo utile per il trasporto grazie all'Aeronautica militare e da oggi l'Isola ne avrà due in dotazione, una a Cagliari e una a Sassari". Per quanto riguarda la polemica sui "selfie" e le foto alla barella che trasportava l'infermiere di 37 anni, su cui è intervenuta anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, l'assessore Arru ha spiegato che "sono in corso verifiche per capire se ci siano stati comportamenti da sanzionare".
Intanto la mamma e due sorelle dell'infermiere colpito dall'ebola rimangono in quarantena, mentre altre dieci persone: cinque del Reparto malattie infettive, tre del 118 e due del laboratorio di analisi sono in quarantena volontaria, dovranno cioè rimanere isolate per 21 giorni e comunicare eventuali sbalzi della temperatura. 

Cappellacci. "A ottobre l'assessore alla Sanità disse che la Sardegna era pronta a fronteggiare qualunque emergenza legata al virus Ebola, ora non può uscire fuori candidamente, come se niente fosse, e dire che saranno ordinate le barelle". Così l'ex presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (Fi), ed il consigliere regionale di Fi, Ignazio Locci, commentano le dichiarazioni dell'assessore Luigi Arru.
"Se tutto era pronto, come mai mancavano perfino le barelle? Si tratta di un'omissione gravissima, che dimostra l'inadeguatezza di chi oggi guida la Sanità nell'isola. Arru – concludono i due esponenti azzurri – farebbe meglio a riflettere e ad assumere le sue responsabilità".