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Gli abitanti di Orune ma anche tanta gente dei paesi vicini, alcune migliaia di persone, hanno preso parte alla marcia silenziosa per le vie centro nuorese che ha voluto dire ancora una volta "No alla violenza", dopo l'ultimo drammatico episodio che ha visto assassinato a pallettoni Gianluca Monni, lo studente di 19 anni ucciso mentre aspettava il bus per la scuola l'8 maggio scorso. In testa al corteo anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, con l'assessore della Sanità, Luigi Arru, per portare la solidarietà a una comunità devastata dal dolore.
Il corteo, partito dalla piazza di Santa Maria, ha percorso la via Delogu, poi il corso Repubblica passando proprio davanti alla pensilina dell'autobus dove Gianluca è caduto, ed è giunto in piazza Gattu dove il parroco, don Michele Muledda, – promotore dell'iniziativa assieme a tutte le associazioni del paese – il sindaco Michele Deserra e i rappresentanti delle associazioni, hanno proposto le loro riflessioni. "E' una manifestazione che nasce dal comune intento di fare qualcosa di simbolico in un paese a cui è stato inferto un dolore enorme e che è stato vessato da tutti accusato di aver avuto un atteggiamento omertoso – ha detto Giovanni Gattu, della Proloco -. Vuole essere un gesto per dir quello che siamo: cittadini che stanno soffrendo, contrari a ogni violenza. E' un modo per reagire a quello che è successo lanciando un messaggio di pace".
"Non ci sono parole che possano consolare una famiglia distrutta come quella di Gianluca – ha aggiunto don Muledda -.
Stiamo loro vicino con il silenzio, soffrendo con loro, ma portando il conforto che serve in questi momenti difficili. Il messaggio di pace che vogliamo dare oggi, deve andare a tutti ma soprattutto ai giovani: è a loro che voglio dire che bisogna cambiare una certa mentalità che non si sta creando solo a Orune ma che accomuna molti giovani: è necessario fermarsi a riflettere sul valore della vita e sul rispetto per gli altri, non è un modo civile di vivere quello di arrivare subito alla violenza". Infine l'appello del sindaco: "Vorrei dire agli organi inquirenti di lavorare con la serenità che serve, ma di fare presto a far luce su questo episodio. Solo se trionfa la giustizia tornerà la serenità a Orune e in tutti i paesi".