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"Noi ci siamo autoimposti il rigore e la trasparenza che solo il bilancio armonizzato può garantire per risanare le casse della Regione ma ci saremmo aspettati che anche il Governo facesse la stessa cosa, invece non andrà in bilancio armonizzato né quest'anno né il prossimo, e questo potrà crearci qualche problema". L'ha detto il vicepresidente della Regione e assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci dinanzi alla Sezione regionale del controllo per la Sardegna della Corte dei Conti, dove si sta svolgendo la Verifica del Rendiconto generale della Regione per il 2014. Sono presenti anche gli assessori della Sanità Luigi Arru, dell'Industria Maria Grazia Piras, della Pubblica Istruzione Claudia Firino e i direttori generali degli assessorati. "Ringrazio la Corte per questo importante confronto, che non è solo un passaggio formale ma un'importante occasione di riflessione comune", ha sottolineato Paci.

Il vicepresidente ha ricordato alla Corte i "pesanti vincoli delle spese obbligatorie della Regione. Non basta certamente un anno per cambiare la situazione, serve almeno una legislatura, considerando anche la flessione delle entrate dovuta alla crisi economica". Spaventosa, poi, la situazione dei residui passivi e attivi che a fine 2013 erano rispettivamente di 5 e 4 miliardi di euro. "Abbiamo lavorato moltissimo e dimezzato questa forbice, avviando una gestione positiva dei residui – ha ricordato Paci – Non avremo mai più il problema delle perenzioni grazie al bilancio armonizzato, perenzioni che ammontano a 2 miliardi e 300 milioni per il 2013 e a 2,7 per il 2014. Intanto, abbiamo istituito un fondo di 530 milioni per affrontare adeguatamente il problema. Il bilancio della Regione dunque, considerate le tante novità, è in itinere, dinamico, un bilancio che stiamo cercando di ripulire e portare a chiarezza e trasparenza".  

Massima attenzione, poi, sulla Vertenza Entrate ormai sulla via della soluzione. "Stiamo definendo un accordo che riconosca pienamente i diritti della Sardegna – ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru – Siamo a buon punto nel percorso che ci permetterà di definire le norme di attuazione che fisseranno regole certe e abbiamo incassato per la prima volta 300 milioni di acconto sugli arretrati".  Infine, il vicepresidente ha insistito sulla partita dei fondi comunitari che finora "hanno registrato ritardi inaccettabili nella spesa, infatti abbiamo ancora da spendere 350 milioni di fondi Fesr della precedente programmazione. Per invertire la rotta, noi abbiamo già iniziato a impostare la spesa per la prossima programmazione". Da rimettere in sesto anche la situazione delle società partecipate. "Abbiamo trovato una situazione molto complessa e confusa e siamo intervenuti immediatamente, per avere un quadro ben preciso di tutte le società partecipate che ci consenta una efficace azione di riordino ". 

L'assessore Arru ha detto di essere ben consapevole del peso della spesa sanitaria sulle casse pubbliche, tanto che dal momento dell'insediamento l'obiettivo è quello di razionalizzarla, contenerla e ridurla. Due le strade principali: la razionalizzazione della rete ospedaliera e la Centrale unica di acquisto per razionalizzare la spesa farmaceutica. "In Sardegna abbiamo una rete ospedaliera obsoleta e non adeguata, troppi ricoveri e poche alternative sul territorio, ed è questa situazione che vogliamo superare nel più breve tempo possibile – ha detto il titolare della Sanità – Con la centralizzazione degli acquisti poi di sicuro avremo un contenimento progressivo della spesa per i farmaci ospedalieri, anche se purtroppo la nostra Regione ha il primato per malattie come la sclerosi multipla e il diabete che richiedono l'uso di medicinali estremamente costosi. È chiaro che è un'azione che si deve declinare in un quinquennio – ha concluso Arru – ma servono prima di tutto rinnovamenti strutturali".