Al Centro Ricerche Sotacarbo della Grande Miniera di Serbariu si è tenuto l'incontro tra i vertici della società e una delegazione diplomatica dell'Ambasciata della Repubblica Popolare della Cina in Italia guidata dall'ambasciatore Li Ruiyu. Al centro del colloquio, le nuove tecniche per abbattere le emissioni di gas inquinanti in atmosfera dovuti alla combustione di carbone. Presenti anche la Regione Sardegna con il vicepresidente e assessore al Bilancio, Raffaele Paci, e il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti.
Il progetto presentato ai cinesi prevede la costruzione di un impianto pilota da 50 MWth con tecnologia ossi-combustione senza fiamma da realizzarsi nel Sulcis, oggetto dell'accordo tra Sotacarbo e ITEA (società del gruppo Sofinter). Il costo è stato stimato in 50 milioni di euro, dei quali 30 milioni di finanziamento di parte italiana e 20 milioni di parte cinese, una volta scelto il partner industriale. Le caratteristiche distintive della tecnologia sono economicità (unica tecnologia Ccs in grado di essere applicata e reggere il confronto dal punto di vista economico con le centrali tradizionali, potendo addirittura esibire un leggero vantaggio), flessibilità e emissioni zero.
"Il progetto ha destato l'interesse di molte aziende in Cina – ha spiegato l'ambasciatore – Alcune trattative sono in fase molto avanzata ed era mio dovere conoscere meglio questa realtà.
Garantire l'accessibilità dei costi è il grande limite alla diffusione delle tecnologie". "Aver saputo attrarre l'interesse di investitori e istituzioni internazionali del massimo livello, come dimostra anche la visita dell'ambasciatore cinese in Italia, è la conferma che l'innovazione tecnologica può essere un motore per lo sviluppo della Sardegna", ha commentato il presidente Sotacarbo, Mario Porcu.
"Dobbiamo utilizzare tutte le competenze rimaste nella nostra terra dopo la fase dell'estrazione del carbone, per stringere partnership tecnologiche con Paesi come Cina e Stati Uniti che sul carbone puntano moltissimo, soprattutto in chiave di energia pulita per il futuro". Lo ha detto l'assessore della Programmazione Raffaele Paci, incontrando l'ambasciatore cinese nella sede di Sotacarbo.
"Quello della ossi-combustione con basse emissioni di CO2 è un tema fondamentale per il globo, per il controllo del cambiamento climatico e da questo punto di vista la Cina è il partner ideale, perché ha la più grande produzione di energia da carbone, quindi il problema da tenere sotto controllo sono le emissioni – ha sottolineato il vicepresidente della Giunta Pigliaru – Stiamo valutando l'opportunità di fare una centrale sperimentale in Sardegna e questo può portare a ricadute occupazionali importanti. Vogliamo trasformare le tradizioni del carbone in qualcosa di più moderno, di più tecnologico: il carbone non lo estraiamo più, ma altri Paesi hanno ancora questo problema e per decenni ancora il carbone sarà bruciato creando problemi nell'emissione di CO2. Dobbiamo quindi sviluppare nuove tecnologie in Sardegna per venderle nel resto del mondo".