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"A poco meno di un anno dal trasferimento dei detenuti dal vecchio carcere di Buoncammino di Cagliari a Uta, le numerose incompiute stanno creando pesanti disagi agli agenti penitenziari, agli amministrativi, ai detenuti e ai loro familiari. Sono improcrastinabili interventi per colmare i vuoti lasciati dal fallimento di 'Opere Pubbliche' e garantire servizi di collegamento". Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme proprio nel giorno in cui il segretario generale della Uilpa Penitenziari, Eugenio Sarno, insieme al segretario regionale e provinciale del sindacato, Michele Cireddu e Raffaele Murtas, vistano il penitenziario di Uta.
La visita dei sindacalisti è ancora in corso. "Siamo entrati alle 9 – evidenzia Cireddu – confermiamo che la situazione di Uta è grave".
Dello stesso avviso Calligaris. "La Casa Circondariale di Cagliari – sottolinea – è una struttura complessa, dispersiva, in cui operano 360 agenti rispetto ai 420 previsti in organico per 549 detenuti. La dislocazione nell'area industriale di Cagliari, in una landa desolata, maleodorante, soggetta ad allagamenti in quanto alluvionale pone innanzitutto problemi di comunicazione e collegamento. L'insufficiente numero di agenti limita il servizio di prenotazione colloqui. E' infatti disponibile una sola linea telefonica per un solo addetto che fa fronte a circa 90 colloqui quotidiani".
Ma non solo. "Non è stato ancora risolto il problema dei collegamenti nei giorni festivi – sottolinea -. Non è stata completata l'automazione dei cancelli e nella rotonda Buoncammino, non è stato completato il pavimento della palestra, il Padiglione del 41bis è abbandonato a se stesso, il Teatro non è del tutto agibile e perfino la biblioteca è stata ricavata in extremis. Incredibile che si registrino infiltrazioni d'acqua perfino nella mensa e nella caserma degli agenti".