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Vicini all'amico compaesano scomparso in Libia. Ma senza aprire il dibattito, per rispettare il silenzio e il dolore della famiglia. Anche il Consiglio comunale di Capoterra è in lutto per la scomparsa di Fausto Piano, il tecnico sessantenne ucciso giovedì scorso nella regione di Sabrata. L'assemblea civica si è aperta alle 18 con le parole del sindaco Francesco Dessì: il primo cittadino ha ribadito il cordoglio e la vicinanza suoi e della municipalità ai familiari di Fausto Piano, in particolare alla moglie e ai figli. Si capiva che parlava a nome di tutti. E per rimanere fedeli al riserbo chiesto ai familiari si è scelto il silenzio: niente parole, niente dibattito.
Una comunità in attesa quella di Capoterra, cittadina alle porte di Cagliari, della salma di Fausto, innanzitutto: la Farnesina – stando alle ultime indiscrezioni – starebbe accelerando le procedure per far tornare presto il corpo del tecnico in Italia e quindi in Sardegna. Un paese che cerca, però, anche la verità: tutti vogliono sapere che cosa è accaduto in quella disgraziata mattina in Libia. Il Comune ha comunque già deciso: lutto cittadino con bandiere a mezz'asta sino al giorno del ritorno a casa di Fausto per i funerali. Sarà il giorno dell'abbraccio collettivo alla famiglia Piano.
Dal momento dell'arrivo della tragica notizia, su Capoterra è scesa una cappa di sgomento, e il silenzio. I familiari, stretti fra loro, si sono chiusi nella loro casa di via Carbonia.
Nessuno se lo aspettava: questo il commento più ricorrente in paese. Ma dopo lo sbigottimento ora sta montando anche la rabbia e la richiesta di spiegazioni, con ironici ringraziamenti allo Stato. E c'è chi dice che si poteva fare di più.