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"Non c'è stato nessun dolo semmai una diversa interpretazione del contratto da vedere davanti al giudice civile, pertanto chiedo l'assoluzione della mia assistita". Così nella sua arringa in tribunale a Lanusei, l'avvocato Carmelino Fenudi, difensore della dottoressa Gesuina Manias, 53 anni di Villagrande, uno dei tre medici del 118 di Lanusei che insieme a Raffaele Farci, cagliaritano di 59 anni, e Natalina Piroddi, 59 anni di Ilbono (difesi dall'avvocato Paolo Demuro), accusati di truffa aggravata per presunte trasferte fantasma e rimborsi carburante gonfiati grazie ai quali avrebbero intascato più di 120 mila euro.
Il processo è stato rinviato al 10 giugno, giornata in cui dopo le repliche, ci sarà la sentenza. Il legale della dottoressa di Villagrande ha spiegato che la sua assistita dopo essersi separata legalmente dal marito era andata a vivere a Cagliari, da cui chiedeva i rimborsi viaggio per lavorare a Lanusei. Un particolare che il Pm Nicola Giua Marassi aveva contestato, sostenendo che i due continuavano a vivere insieme a Villagrande. Anche l'avvocato Demuro nella sua arringa a difesa dei suoi assistiti aveva affermato che "l'interpretazione del contratto, come intesa dalla pubblica accusa, è sbagliata così come testimoniato dai due medici sindacalisti che hanno partecipato alla firma dell'accordo per il contratto. I testimoni hanno, inoltre, smontato l'accusa sostenendo che i colleghi avevano diritto a quei rimborsi chilometrici dai loro luoghi di residenza".
L'accusa, hanno sostenuto entrambi i legali, non ha dimostrato che i medici vivessero in realtà in luoghi più vicini a Lanusei e ha confutato le risultanze dei tabulati delle celle telefoniche che avrebbero dovuto dimostrare che i medici non si sono mossi da Lanusei.
Il Pm nella sua discussione finale aveva chiesto la condanna dei tre medici: un anno e due mesi per Farci, dieci mesi e dieci giorni per Piroddi e un anno e quattro mesi per Manias (quest'ultima condannata nel giugno scorso dalla Corte dei Conti a restituire le somme "indebitamente percepite" per 62 mila e 919 euro). Inoltre il magistrato aveva chiesto il pagamento di una multa di 400 euro ciascuno e l'interdizione dai pubblici uffici per un anno.