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A circa sei mesi dalle elezioni, il sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda, ha rassegnato le dimissioni "per ragioni personali e in assoluta serenità, nella consapevolezza – spiega nella lettera protocollata in Comune – di aver operato scelte positive, che hanno prodotto e che produrranno risultati benefici per tutto il paese".

Un fulmine a ciel sereno per l'amministrazione che gestisce il territorio della Costa Smeralda, e che ora dovrà essere guidata da un commissario straordinario nominato dalla Giunta regionale.

Nella lettera Ragnedda, esponente di una lista civica di centrodestra, parla di "gesto di responsabilità, senza coinvolgere altri", che "consentirà, qualora vi sia la volontà e l'interesse, di aprire una nuova strada che risulti percorribile da quanti hanno a cuore le sorti di Arzachena. Ringrazio chi mi è stato vicino e aiutato in Giunta e in Consiglio comunale, i dirigenti e i dipendenti del Comune che hanno collaborato ad una amministrazione politicamente diversa dalle precedenti e le tante persone che ho avuto modo di incontrare come sindaco e che in qualche modo ho cercato di ascoltare ed aiutare laddove possibile".

Attualmente il sindaco è sotto processo in tribunale a Tempio per i morti provocati dall'alluvione del 13 novembre 2013: deve rispondere con l'ex primo cittadino di Olbia e altri quattro funzionari pubblici di omicidio colposo, disastro ambientale e mancata attivazione delle procedure di allarme.