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La grotta di Gesù Bambino é stata ricavata da un televisore dismesso. Poi ancora cavi, isolatori, rame, lampadine ed altri materiali elettrici. Il Presepe del Museo del Carbone ha ottenuto il secondo premio nella categoria Enti, Scuole e Associazioni alla 41/a Esposizione Internazionale "100 Presepi" di Roma, organizzata dalla Rivista delle Nazioni. Secondo tra i 150 presepi esposti nelle Sale del Bramante in Piazza del Popolo e selezionati tra 450 opere pervenute da tutto il mondo.

E' stata realizzata con materiale di scarto elettrico riciclato, recuperato nei vecchi locali della Grande Miniera di Serbariu di Carbonia. Ha affascinato la giuria questa originale natività che ha preso forma in un'ambientazione legata al lavoro in miniera. L'opera é stata realizzata dal personale del Museo del Carbone, in particolare da Tony Casula e Gianni Carcassona. "Il sentimento dell'artista pervade tutta l'opera e crea le condizioni per cui, da rifiuti di materiale elettrico, si pervenga ad un risultato pregevole – commenta la curatrice di "100 Presepi", Mariacarla Menaglia -.

E' tutto molto chiaro e ogni materiale ha la sua funzione. Le lampadine, utilizzate come teste per Maria e Giuseppe, riflettono lucentezza; gli interruttori sono adoranti e, cosa strabiliante, a seconda della loro collocazione par che assumano caratteristiche fisionomiche diverse; il rame dà colore e vivacità e tutta la materia é soggiogata al disegno dell'artista. Al di là della curiosità e del divertimento che l'opera suscita – chi poteva immaginare che un televisore dismesso potesse ospitare Gesù Bambino – aleggia un senso di tenerezza che ci riporta all'infanzia, alla speranza, e ci rivela i segreti delle fiabe", conclude Menaglia.