terremoto-il-racconto-di-valentina-una-sarda-nelle-zone-colpite-dal-sisma

Forse siete nel vostro letto, addormentati, nella pace e nella "sicurezza" del riposo e dei sogni. O magari siete in palestra. Oppure, ancora, siete al cinema con amici. Ma, all'improvviso, tutto comincia a muoversi, la terra inizia a tremare.

Cosa fare? Rimanere fermi? Ripararsi sotto un tavolo? Scappare? La prima domanda, però, che viene spontanea, almeno per una sarda che in quanto tale non ha mai vissuto sino allo scorso ottobre questo genere di catastrofi naturali, è: "Cosa sta succedendo?".

E' proprio questo che si è chiesta infatti Valentina, una 22enne cagliaritana che studia come fuori sede nelle zone che sono state colpite, dalla fine dell'estate 2016, da fortissime e drammatiche scosse di terremoto.

 

Dove e cosa studi? Dove si trova di preciso il paese dove risiedi?

Studio in Umbria, nel corso di 'Scienze per l'Investigazione e la Sicurezza', nel dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell'Ateneo di Perugia. Il posto, nello specifico, è Narni, un paesino molto piccolo i provincia di Terni.

Hai vissuto la brutta esperienza del terremoto? Quando?

Si, mi trovavo a Narni il 26 ottobre 2016, quando è stata registrata la seconda scossa forte di magnitudo 5.9, dopo la prima di 5.4 che non avevo avvertito.

Cosa è successo? Tu cos'hai fatto?

Erano le 21.19. Stavo cenando nella casa in cui sto in affitto. Ricordo di aver visto improvvisamente il tavolo muoversi e sono rimasta a fissarlo per qualche secondo prima di realizzare cosa stesse succedendo. Era la prima volta che sentivo una scossa di terremoto in vita mia.

Quando mi sono alzata dalla sedia la scossa non era ancora terminata, sono andata a prendere il mio cane, che stava nella mia stanza, poi sono scesa giù per la scale e sono uscita dal portone, senza pensare quale sarebbe stata la cosa migliore da fare in quel momento.

Da sarda, quindi fortunatamente non abituata a questo genere di fenomeni naturali, come hai vissuto questa terribile esperienza?

Inizialmente non sapevo cosa sarebbe successo, cosa avrei dovuto fare e quando sarebbe finita. In quei momenti è normale farsi prendere dal panico, soprattutto vivendo una situazione totalmente nuova e, per me, surreale come quella.

Nell'immediato come sono intervenuti la Protezione Civile e le altre Forze dell'ordine? Ritieni abbiano operato in maniera adeguata alla situazione?

Personalmente non ho avuto modo di parlare con la Protezione Civile, ho parlato con la rappresentante del mio corso che si era messa in contatto con loro, ed è stata lei a fornirci le indicazioni che la Protezione Civile stessa le aveva comunicato: evitare, se possibile, di non tornare in casa e radunarci nella piazza principale del paese. In caso di emergenza ci saremmo dovuti recare in due punti di raccolta un pò fuori paese. Ritengo che abbiano dato le giuste direttive su come comportarsi, sebbene non fossero presenti fisicamente sul momento.

Dopo l'emergenza iniziale, le istituzioni e l'università che provvedimenti hanno preso?

Il Sindaco di Perugia ha disposto ai sindaci la chiusura delle scuole nei comuni di Perugia, Terni, Preci, Narni, Spoleto, Foligno, Spello e Trevi oltre all'Università di Perugia. La nostra sede di Narni è rimasta chiusa per due giorni per effettuare i controlli alle strutture ed accertare l'esistenza o meno di eventuali danni.

Come affronti ora il dover stare lì? Come è cambiata la tua vita dopo questa esperienza?

Sicuramente è un'esperienza che non si dimentica facilmente. Il fatto di dover tornare per le lezioni e passare lì i mesi successivi non lascia indifferenti e non nego di percepire una sensazione di tensione ogni volta che prendo il treno per tornare a Narni, così come provo una sensazione di sollievo ogni qualvolta salgo sull'aereo per Cagliari.

Mi capita spesso di fare il conto alla rovescia quando manca poco al mio ritorno in Sardegna e anche se riprendo facilmente il ritmo della mia vita da studentessa fuori sede con un misto di abitudine e rassegnazione, la sensazione di insicurezza non mi abbandona mai, soprattutto prima di andare a dormire.