resilienza-impariamo-dal-tom-tom-navigare-e-ricalcolare
“…alla rotonda, prendi la seconda uscita”
 
-Oops, mi sono distratta. Questa sarà la prima, la seconda, o la terza uscita?
 
“se puoi, fai un’inversione a U”
 
-ehm no, non posso…
 
E mentre i battiti accelerano, le mani sudano, il cranio formicola e il sedile frigge, cerco il modo più veloce per fare l’infrazione peggiore di sempre senza rischiare la vita; ma forse la rischio pure, il tempo passa, la prima inversione decorosa si trova a 10 km; non posso, sono incastrata, costretta ad andare avanti per questa strada; l’espressione diventa arcigna, vorrei piangere, urlare, saltare lo spartitraffico, rompere il navigatore. 
 
Ma è in questo preciso istante che il navigatore vince il premio alla resilienza.
La resilienza è la capacità che ha un corpo metallico di incassare gli urti; e noi che siamo psicologi, utilizziamo questo bellissimo termine per descrivere la capacità di un individuo di fronteggiare le difficoltà della vita, come i piccoli fastidi di ogni giorno, senza lasciarsi “piegare” dagli eventi. E infatti il navigatore non si lascia piegare, non drammatizza. Non si autodistrugge perché l’autista sbaglia strada, e in verità, neanche colpevolizza. Lui ricomincia.
Il navigatore, incurante di tutto il mio pathos soavemente suggerisce:
 
“Continua per 5 km in questa direzione; poi prendi la prima uscita a destra!”
 
E penso che sì, in fin dei conti, c’è sempre un’altra strada. 
 
Ho scoperto che questo aggeggio si dimostra più resiliente di me, che di resilienza dovrei essere maestra. E invece imparo da un navigatore a non prendermela troppo, a non arrabbiarmi se sbaglio strada, a non si disperarmi se perdo tempo. 
 
Il navigatore semplicemente ricalcola il percorso, un nuovo percorso, perché sa che in qualsiasi punto ci troviamo, possiamo sempre individuare una strada per andare a destinazione.
 
Mi sarebbe potuto capitare un navigatore che dicesse: “hai sbagliato, torna indietro, hai sbagliato!” 
 
No, a lui non importa. Tanto un’altra strada c’è.
 
Marzia Spedicato, psicologa
 
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