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Non bastava la premiata ditta Pigliaru&Firino per vandalizzare quel poco che era stato fatto negli anni passati per valorizzare e tutelare la lingua dei sardi.
 
Non bastava l’affossamento del piano triennale che ha eliminato l’unico strumento di programmazione linguistica, non bastava la chiusura degli sportelli linguistici che fra l’altro ha mandato a spasso decine di operatori, non bastavano neppure le cifre ridicole che vengono spese pro capite a tutela della nostra lingua: appena 2 euro (i catalani ne spendono 21 e il catalano non è certo a rischio estinzione come il sardo). 
 
Non bastava neppure il vandalismo anti sardo dell’amministrazione Nizzi di Olbia che ha pensato bene di rimuovere i toponimi storici dalla cartellonistica stradale. 
Adesso sono arrivati anche i vandali con passamontagna e bomboletta spray che ad Olbia hanno avuto la folgorante intuizione di cancellare la toponomastica originale che un bel progetto aveva restituito alle spiagge del litorale olbiese. 
 
Che dire? Il sistema scolastico regionale, totalmente appiattito sull’italianizzazione coatta dei nostri giovani, il mondo accademico sardo, schierato praticamente senza eccezioni a difesa della colonizzazione culturale della Sardegna, i media sardi che si esprimono esclusivamente in italiano e il sistema politico dei partiti centralisti che governa indisturbato in Sardegna per conto degli interessi centralisti, hanno dato i loro bei frutti. 
 
Mentre i popoli senza stato d’Europa viaggiano spediti verso la riconquista dal basso delle loro radici e fanno della loro lingua e della loro cultura non solo un motivo d’orgoglio, ma anche un marcatore economico di importanza strategica, qui da noi governano e spopolano i vandali in giacca, cravatta, tailleur, opportunamente affiancati a quelli in passamontagna e bomboletta spray, che lavorano fianco a fianco per cancellare per sempre la sardità e fare definitivamente della Sardegna una colonia rassegnata e ubbidiente.