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La scissione in atto nel PD, fatto traumatico per lo schieramento progressista, ha una evidente e primaria origine nella segreteria del Partito. Bisogna essere chiari su questo punto. Scelte cruciali sbagliate di linea politica e istituzionale hanno portato alla sconfitta nelle elezioni amministrative e nel referendum.

Le sconfitte sono state attribuite a difetti di comunicazione e ai conflitti interni. Sono spiegazioni auto assolutorie del segretario e del gruppo dirigente che non fanno i conti con i gravi errori fatti in materia di diritti dei lavoratori, di giustizia fiscale, sulla scuola, sul fronte istituzionale come nel caso della legge elettorale approvata a colpi di fiducia e poi bocciata dalla Consulta.

In Sardegna la situazione è stata aggravata dall’aver tenuto per oltre un anno senza direzione politica, il partito che ha primarie responsabilità nel governo regionale. Questi fatti insieme con un sostanziale non rispetto delle minoranze e del pluralismo hanno originato l’abbandono di tanti militanti e di dirigenti di primo piano, fondatori del Partito Democratico innescando un movimento destinato ad allargarsi. Su questo fronte servirebbe un impegno particolare della direzione del PD. Ma il segretario tira dritto indifferente per ripararsi in California e impartire agli italiani quotidiane e stucchevoli lezioni di modernità.

Coordinamento Pd Sardegna