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In Via San Saturnino incontro tre ragazzi, uno un mio studente di Liceo, gli altri due di un prestigioso Liceo Scientifico cittadino.
Stavano eseguendo dei “pezzi” in quella che di fatto è l’Accademia d’Alta Formazione Artistica Abusiva di una città metropolitana che finge d’ignorare l’alta domanda di formazione artistica residente.
Ho guardato i pezzi, presentato mio padre al mio studente, e ragionato un pochino con gli altri due writer’s che mi raccontavano che a malincuore non sono iscritti al Liceo Artistico per una serie di pregiudizi dei genitori che pensano si tratti di un titolo di studio “debole” rispetto a quello del prestigioso Liceo Scientifico cittadino.

Ho fatto presente ai due ragazzi che è un peccato, che l’esercizio artistico va nutrito con cultura ed esercizio quotidiano, che il distinguo tra i due Licei è soltanto nella materie d’indirizzo, che il valore e le possibilità d’accesso al mondo della formazione Universitaria e del lavoro sono assolutamente le stesse e che anzi tutti i nuovi mestieri e le nuove figure professionali che viaggiano via social network, richiedono una forte dose di creatività che soltanto l’istruzione artistica valorizza e potenzia come processo cognitivo.

Dopo ho fatto presente loro, che se vogliono potenziare il loro universo creativo e farne pensiero e processo cognitivo creativo sono ancora in tempo ad integrare il percorso liceale con un esame nelle materie d’indirizzo.
Lo studio è funzionale alla formazione quando accompagnata dalla passione, lo studio come imposizione snatura nella sua negazione.
Ma street orientamento a parte, quello che mi chiedo realmente è:

Tu genitore che sai che tu figlio con quaranta gradi all’ombra, esce di strada per fare una tag in wild style contro tutto e tutti, che a tue spese compra le bombolette (che non sono omaggio) per nutrire le sue passioni, perché non ti fermi un attimo ad ascoltarlo ed osservarlo?
Perché convivere con un figlio che con serietà candore del giovane professionista che verrà, mi stringe la mano con fierezza dicendomi:
“Mi sarei iscritto all’artistico, ma i miei non hanno voluto per loro pregiudizi”?
Ma allora è vero che a Cagliari l’istruzione artistica non piace e per questo, domanda e richiesta generazionale in espansione parte, va frustrata, omessa e castrata, per conservare un distinguo di classe sociale tra prestigiosi Licei storici e Licei nati tardi come l’Artistico a Cagliari?

P.S. Per i non cagliaritani che mi leggono dal continente, prima del 1968 a Cagliari l’istruzione Artistica pubblica non era mai esistita, così tanto per dire…

 

Mimmo Domenico Di Caterino – Liceo artistico Foiso Fois