Sono stazionarie le condizioni della ragazza 23enne cinese che ieri pomeriggio ha avuto un grave malore nella spiaggia di Calamosca. E’ ricoverata in coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale Marino dopo l’intervento di medici e volontari di due ambulanze del 118 che l’hanno tempestivamente soccorsa. Sono attesi a Cagliari i suoi familiari.

 

Ma intanto sul web scoppia la polemica sul perché a Calamosca non ci sia copertura della rete telefonica e sulla conseguente tempestività dei soccorsi. C’è il dubbio sul fatto che si sia perso del tempo prezioso nel cercare la rete componendo il 118, il 113, il 1515 o il 112. “Io sono riuscito ad agganciare il 112 alla fermata dell’autobus, su, al parcheggio di fronte alla caserma”, ci riferisce un testimone che ha assistito a tutte le fasi del salvataggio, a partire dal recupero della ragazza in acqua (erano le 14,19) da parte della donna che l’ha vista esanime “fino alle 14,51, quando è stata caricata sull’ambulanza. E’ stata una mezzora che è sembrata un’eternità”.

 

“Il bagnino è arrivato subito – racconta il testimone -, come ha sentito le nostre grida di richiesta d’aiuto, non appena la signora che ha trovato la giovane ha chiesto aiuto a noi mentre la trascinava sul bagnasciuga insieme all’amica della stessa cinese. Lo abbiamo chiamato a gran voce ed è arrivato subito, ed era ben riconoscibile. Ha portato anche gli strumenti di rianimazione che aveva in dotazione”, prosegue il testimone oculare che preferisce non essere menzionato.

 

“Del resto la sua postazione è ad appena venti metri dal punto in cui è successo il fatto, la spiaggia non è grande. E poi c’è da dire che non ha eseguito nessuna manovra di rianimazione perché c’era un medico che giustamente ha preso il controllo della situazione. La dottoressa ha iniziato subito a rianimare la ragazza con il pallone di Ambu portato dal bagnino. Non sono un medico ma la schiuma bianca mista a sangue che è uscita dalla bocca della ragazza con il massaggio cardiaco l’ho vista in un altro intervento, del tutto simile, e credo, purtroppo, che sia ‘normale’ in un principio di annegamento. Non credo sia giusto accollargli responsabilità che non ha. Forse l’equivoco nasce dalla richiesta di un avvicendamento nel praticare il massaggio cardiaco e un bagnante ha risposto affermativamente, in modo che la dottoressa potesse eseguire altre manovre salvavita”.

 

Ma quindi il 118 è arrivato velocemente? “Direi di si. Sono stati velocissimi e soprattutto bravi. La prima ambulanza è arrivata alle 14,26, direi 6 o 7 minuti dopo la chiamata di chi è riuscito ad agganciare il numero di emergenza. Io in quel frangente, mentre arrivava, ero al telefono con il 112 di fronte alla caserma. Nel frattempo la dottoressa e due bagnanti stavano assistendo la ragazza, che comunque era già in acqua da diverso tempo. La preoccupazione era per l’ipossia. L’hanno notata infatti alcuni bambini che giocavano sul bagnasciuga perché aveva un costume del tutto particolare, con un enorme fiocco davanti. Poi, pochi minuti dopo la prima ambulanza è arrivata anche quella medicalizzata con il defibrillatore”. Sono state eseguite almeno due scariche, poi il “messaggio del defibrillatore sconsigliava un’ulteriore scarica. La dottoressa l’ha intubata per somministrarle l’ossigeno e poi è stata portata via. Alle 14,51 la ragazza è stata caricata in ambulanza”.

 

Il nostro testimone prosegue nel racconto: “Piuttosto far polemiche sul bagnino e pretende sia anche un medico rianimatore, metterei in risalto la grave carenza, intollerabile in una città che si definisce turistica e cioè l’assenza del segnale telefonico. Non possibile – dice – che in quella spiaggia dove ogni giorno ci sono non meno di 250 persone, non ci sia copertura di rete”. Non si saprà mai se quei tre quattro, cinque minuti di ritardo nell’agganciare il numero di emergenza siano stati (e saranno) decisivi per la salvezza ella ragazza. Di certo gli operatori sono stati all’altezza della situazione così come sono stati determinanti nel tenere in vita la 23enne “l’intervento della mamma che faceva il bagno con il bambino, che si è accorta che la ragazza stava annegando, e quello encomiabile della dottoressa, che con grande professionalità ha affrontato e gestito l’emergenza”.