La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, martedì 10 settembre alle ore 9.30 indice un nuovo sit-in sotto il Palazzo del Consiglio di Via Roma per ribadire il dissenso dei territori all’approvazione del Piano di Riordino della Rete ospedaliera sarda. Un piano che contempla la soppressione di ospedali, di interi servizi sanitari, nonché di personale medico e paramedico.

La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, portavoce dei territori sardi disagiati, denuncia i tagli gravissimi già in corso non solo sui piccoli ospedali, ma sugli stessi ospedali di Cagliari, dal Microcitemico al Binaghi, al Marino, al San Giovanni di Dio, all’Oncologico dove si denuncia addirittura la rimozione delle sedie nella sala d’attesa.

Si tratta dei grandi presidi ospedalieri al servizio di tutta l’Isola ormai abbandonati al degrado e con un carico di lavoro spropositato sul personale ancora in servizio.
Di riflesso lo stesso ospedale Brotzu ed il Policlinico universitario sono in forte sofferenza.

La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, rinnova l’appello ai 60 consiglieri regionali, di non votare il Piano di Riordino e di abbandonare l’Aula al momento del voto. Ciò consentirebbe ai sardi di identificare senza ambiguità i consiglieri responsabili dell’eventuale passaggio della Legge.

La richiesta del voto segreto e l’alibi di emendamenti spesso anche peggiorativi della Legge, potrebbero rappresentare il muretto a secco dietro cui celare responsabilità individuali e di partito.

Claudia Zuncheddu portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica