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Ripreso questo pomeriggio in Consiglio Regionale il dibattito relativo alla Proposta di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna. Forti le contestazioni da parte dei consiglieri regionali di Campo Progressista, in linea con le proteste di molti rappresentanti dei comuni sardi. Un documento che non soddisfa le necessità del territorio, non chiarisce gli intenti e pone troppe limitazioni a modifiche costruttive.

“Penso che il capitolo 6 contenga premesse condivisibili – dichiara l’On. Anna Maria Busia durante il suo intervento in Aula – ma individui percorsi incerti, per certi versi slegati alle premesse fatte sia nei capitoli precedenti, sia in questo. All’accenno al contesto regionale e alla peculiarità dell’Isola non consegue una messa in luce di ciò che non funziona, e non si sottolinea la necessità di intervenire per rimediare, rimodulare, reimpostare la status quo”.

 

“Lo sguardo non doveva essere rivolto solamente o prevalentemente al contesto ospedaliero – prosegue la Presidente del Gruppo Misto – ma anche al territorio, con un’attenzione concreta e strutturata che andasse oltre le pur importanti e condivisibili enunciazioni di principio contenute nelle premesse del documento”.

Contestata soprattutto la mancata corrispondenza tra obiettivi e elementi di processo: “Non è chiaro come si possa creare operativamente e realmente il modello di ospedale aperto o la riduzione della mobilità passiva finalizzati a realizzare il miglioramento della qualità dell’assistenza ospedaliera che ci si prefigge – spiega l’On.Busia –  È inoltre illogica la scelta politica che ha portato alla decisione che il presidio di Alghero – Ozieri diventi un ospedale di primo livello, nonostante sia basato su due strutture distanziate quasi 100 Km”.

Il modello di riferimento si propone di unificare, laddove possibile, la logistica delle attività sanitarie ospedaliere e territoriali e di integrare le funzioni tra la direzione dell’ospedale di comunità e quella del distretto, attraverso l’attivazione delle Case della Salute e gli Ospedali di Comunità. Numerose le perplessità dovute alla mancanza di chiari riferimenti a questi due enti, e a come possano essere integrati nel sistema sanitario della Regione. “Se è vero che si tratta di un elemento così importante per le attività della medicina di Distretto – specifica l’On. Busia – si dovrebbe prevedere una Casa della Salute in tutte le aree omogenee”.

“Far parte di una coalizione non deve portare alla cieca obbedienza – conclude la consigliera – Teniamo sempre a mente il motivo per il quale siamo stati eletti”.