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Il prevedibile successo dei referendum autonomistici in Lombardia e in Veneto deve suonare come un campanello d’allarme per la Sardegna ed in particolare per la Giunta regionale: mentre le altre Regioni, forti anche di un maggior peso politico in quel di Roma, rivendicano spazi di autonomia sempre più ampi, soprattutto in materia di compartecipazione al gettito fiscale, noi restiamo fermi al palo, incapaci anche solo di far rispettare quanto è scritto nel nostro Statuto che è una legge costituzionale dello Stato italiano”. Lo afferma il capogruppo dei Riformatori per l’Europa, Attilio Dedoni.

“Per assurdo – argomenta l’esponente dell’opposizione – corriamo il rischio che le altre Regioni, grazie al maggiore spazio di manovra consentito dagli statuti modificabili con legge ordinaria, ci sorpassino e riescano ad ottenere dallo Stato condizioni più favorevoli delle nostre, nonostante i limiti strutturali che ci troviamo ad affrontare a causa della condizione di insularità e degli atavici ritardi nello sviluppo economico ed infrastrutturale. Periodicamente ci rechiamo a Roma con il cappello in mano – denuncia Dedoni – invocando tavoli tecnici in cui contrattare una mitigazione delle vessazioni illegittime che il Governo di turno ci impone, come nel caso degli accantonamenti, quando invece dovremmo avviare un’unica mobilitazione dell’intero popolo sardo con due soli obiettivi: ottenere dallo Stato che quanto previsto dal nostro Statuto sia applicato alla lettera, a partire dal trasferimento integrale delle quote erariali, e che a questo si aggiunga il riconoscimento costituzionale dell’insularità”.