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Foto simbolo di pescatori

Non riusciamo più a fare il nostro mestiere, siamo diventati quelli che danno da mangiare ai delfini”.

E’ il grido d’allarme dei circa sessanta pescatori di Sant’Antioco e del Sulcis Iglesiente, oggi sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari per richiamare l’attenzione delle istituzioni. Cosa chiedono? “Una nuova legge che ci consenta di portare le reti a strascico fino a tre miglia di distanza dalla costa e ad almeno cento metri di profondità – spiega il rappresentante di Uil Pesca, Luciano Marica – attualmente possiamo fermarci solo a 1,5 miglia e a 50 metri”. “In questo modo – aggiunge – non possiamo lavorare perché lo specchio d’acqua a nostra disposizione è molto piccolo, per questo chiediamo un indennizzo”.

A monte c’è poi il problema dei delfini: “Noi buttiamo le reti e loro mangiano il pesce. Non solo, danneggiano l’attrezzatura per un valore di migliaia di euro ogni volta”. Risultato: “Ritorniamo a casa senza pescato”. Come se non bastasse, “ci sono anche le servitù militari – spiega Mirko, 26 anni, pescatore di Teulada – da due anni ho una piccola barca con la quale posso lavorare da Teulada a Spartivento, non verso Sant’Anna Arresi perché ci sono i poligoni, mentre quando sono in corso le esercitazioni proprio non possiamo uscire in mare”.